28.05.2013 Views

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Ma ciò non vela come pensiero. Può però la fenomenologia<br />

«decidere» e magari condurre il pensiero alla apertura di questo<br />

più ampio orizzonte? Ecco la domanda che qui dobbiamo lasciare<br />

in sospeso.<br />

10. Torniamo al nostro paragrafo. Quando parliamo di «scienza»<br />

dei fenomeni, dice Heidegger, intendiamo in realtà «un afferramento<br />

dei propri oggetti tale che tutto ciò che intorno a essi<br />

è in discussione sia mostrato e dimostrato direttamente». Il rigore<br />

fenomenologico è iscr<strong>it</strong>to nella sua capac<strong>it</strong>à di «mostrare», il<br />

che non significa, Heidegger osserva, un semplice descrivere<br />

empirico, come accade nelle scienze naturali. La descrizione fenomenologica,<br />

di cui Husserl ha tanto parlato, non può rivolgersi<br />

agli oggetti empirici come tali, se non altro perché i fenomeni<br />

dei quali la fenomenologia si occupa non sono le cose mondane<br />

presenti nella loro ovvietà pregiudicata. Husserl direbbe che si<br />

tratta piuttosto della correlazione che lega gli atti noetici della<br />

coscienza ai suoi contenuti noematici, preventivamente «ridotti».<br />

Ma Heidegger, sappiamo, da questo orecchio non ci sente.<br />

Che significa allora per lui descrizione, in quanto essa pone in<br />

opera il «mostrare» fenomenologico?<br />

Anz<strong>it</strong>utto Heidegger ribadisce quel tratto essenziale che lo accomuna<br />

a Husserl: la fenomenologia procede attraverso un mostrare<br />

«diretto», cioè non mediato da saperi precost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i e pregiudicati.<br />

Il che comporta due momenti, tra loro organicamente<br />

connessi, ma che possiamo anche distinguere, se non altro a fini<br />

espos<strong>it</strong>ivi. Anche per Heidegger insomma possiamo parlare,<br />

come per Husserl, di una pars dextruens e di una pars construens<br />

del metodo. La prima è espressione di un divieto, che<br />

già implic<strong>it</strong>amente risuona nel motto «verso le cose stesse». Divieto<br />

di attenersi a qualcosa di diverso da determinazioni unicamente<br />

«mostrative». Tutto ciò che si dice deve mostrarsi. Ciò<br />

di cui la fenomenologia fa questione nelle sue proposizioni deve<br />

essere mostrato direttamente; non infer<strong>it</strong>o o «ragionato» tram<strong>it</strong>e<br />

illazioni, opinioni, congetture e così via. Esattamente il contrario,<br />

si potrebbe osservare, di ciò che beatamente fa o crede di<br />

poter fare la cosiddetta ermeneutica contemporanea. Poiché<br />

Heidegger ha mostrato che non si può più pensare, facciamoci<br />

116

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!