28.05.2013 Views

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

«davanti» a noi; anche noi, per così dire, ci siamo dentro. Anche<br />

il contemplare il sole è una prassi che richiede la nostra partecipazione;<br />

se non altro dobbiamo levare gli occhi al cielo. La presenza<br />

è un accadere dinamico che ci coinvolge e che è intrinseco<br />

al nostro stesso «esserci». Come potremmo esprimere<br />

questo suo carattere? Potremmo usare la parola «urgenza»: la<br />

presenza è sempre un’urgenza; ed è l’urgenza ciò che anz<strong>it</strong>utto<br />

fa di un evento un evento. L’evento, si potrebbe dire, accade<br />

perché urge. Sicché la presenza è un ricettacolo di urgenze.<br />

Come intendere però questa «urgenza»? Non in senso empirico;<br />

non si tratta dell’urgenza di tornare a casa o simili; si tratta<br />

invece di quell’originaria tensione che è l’apertura di ogni<br />

prassi. Sicché, per quel poco che per ora ne sappiamo, potremmo<br />

esprimerci così: l’evento urge la presenza. Se ci riportiamo<br />

al nostro gioco dei quattro cantoni, potremmo ancor meglio<br />

dire: che è il fenomeno? ma è proprio l’evento di questo<br />

urgere in presenza della cosa stessa.<br />

Ma siccome la cosa stessa, come la presenza, è duplice, è<br />

analogon di sé (il lampo è analogon delle tenebre, il sole della<br />

luna, il maschio della femmina), noi dobbiamo far vedere,<br />

dobbiamo mostrare nel fenomeno stesso questa duplice urgenza.<br />

E ciò in due modi. Vediamo il primo. La cosa stessa in presenza<br />

è duplice, è l’analogon di sé; nel nostro riferirci all’urgenza<br />

dobbiamo dunque tener conto di questa dual<strong>it</strong>à. Non urge<br />

questo invece di quello, ma, per così dire, urgono in due.<br />

Non è il lampo che urge la presenza e irrompe, si fa fenomeno,<br />

ma è il lampo-oscur<strong>it</strong>à, è il maschio-femmina, il sole-luna, il<br />

giorno-notte. Sicché il fenomeno è tutto ciò che appare, ma<br />

questo tutto è duplice, ha una struttura duale.<br />

Vediamo ora il secondo modo dell’urgenza. E vero che il fenomeno<br />

urge nella sua dual<strong>it</strong>à; tuttavia esso urge separandola.<br />

Perché è sole, non luna; lampo, non tenebra; giorno, non notte;<br />

maschio, non femmina, e così via. Per il primo aspetto è vero<br />

che in ogni urgenza abbiamo un urgere della dual<strong>it</strong>à come<br />

struttura dell’evento del fenomeno che accade nella presenza.<br />

Ma per il secondo aspetto resta nondimeno vero quello che il<br />

senso comune sa e che a tal punto l’abbaglia che esso non rie-<br />

152

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!