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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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idee l’uomo diventa a poco a poco un uomo nuovo; nasce<br />

infatti una comun<strong>it</strong>à umana orientata verso le idee, cioè orientata<br />

verso un progresso infin<strong>it</strong>o; e nasce questa stessa idea<br />

di infin<strong>it</strong>o. Le altre civiltà restano relativamente chiuse e<br />

poco mobili, al confronto; esse restano confinate entro<br />

l’amb<strong>it</strong>o della loro Umwelt, con i loro Dei e i loro costumi,<br />

le loro credenze e le loro prassi di v<strong>it</strong>a. L’uman<strong>it</strong>à greca, in<br />

quanto determina la nasc<strong>it</strong>a di individui che hanno idee (le<br />

due cose sono una), produce una normativ<strong>it</strong>à ideale la quale<br />

a sua volta governa una operativ<strong>it</strong>à concatenata. Cioè una<br />

successione di «inventori» di idee che per principio non può<br />

avere fine. È così che dalla semplice esperienza del camminare<br />

e dalla prim<strong>it</strong>iva agrimensura (per prendere un esempio<br />

famoso di Husserl) nascono in Grecia le idealizzazioni della<br />

geometria, con i suoi oggetti astrattamente ripetibili, secondo<br />

una operativ<strong>it</strong>à che ogni geometra può riprendere, rifare e<br />

condurre innanzi. In quanto tale operativ<strong>it</strong>à è appunto ideale<br />

e non reale, il processo di perfezionamento dei suoi oggetti e<br />

delle sue misure non potrà mai concludersi. La scienza geometrica<br />

così sorta non potrà mai r<strong>it</strong>enersi compiuta, nessun<br />

geometra potrà mai pensare di aver esaur<strong>it</strong>o tutte le possibili<br />

figure e tutti i possibili teoremi. Le idee consentono infatti<br />

una «libera variazione infin<strong>it</strong>a». Lo stesso deve dirsi poi della<br />

scienza del puro movimento, cioè della fisica, e di tutte le<br />

altre, in quanto esse assumono la visione dell’ente in generale<br />

sotto il profilo delle idee e della loro approssimazione e<br />

perfettibil<strong>it</strong>à infin<strong>it</strong>e.<br />

Nasce allora, dice Husserl, un nuovo spir<strong>it</strong>o culturale, la<br />

forma di una nuova storic<strong>it</strong>à. Avrebbe potuto dire senz’altro<br />

che allora nacquero l’idea stessa di cultura e di storia. La<br />

«cultura» è infatti un’invenzione dell’età sofistica greca, per<br />

esempio come tecnica dell’istruzione astratta, bisognosa di<br />

maestri, di scuole, di testi e così via. Si noti per inciso: proprio<br />

per ciò è assurdo ridurre la filosofia a un «fenomeno<br />

culturale», che è piuttosto conseguenza dell’atteggiamento fìlosofico.<br />

Non ci sono «uomini di cultura» fuori e prima dell’Europa.<br />

E così va per la storia: non c’è una storia universale<br />

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