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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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si pone in questi termini: il mondo precategoriale è il mondo<br />

soggettivo, mentre il mondo categoriale è il mondo oggettivo. «Il<br />

primum reale, scrive, è l’intuizione meramente soggettivorelativa<br />

della v<strong>it</strong>a prescientifica». Cioè il piano dell’opinione<br />

soggettivo-relativa, o piano della doxa, come dicevano i greci.<br />

Ma qui bisogna stare attenti a non cadere nei fraintendimenti più<br />

esiziali.<br />

Come intende infatti le precedenti frasi il senso comune e il<br />

senso comune scientifico? Che, è vero, si parte sempre da quello<br />

che a uno «pare», da opinioni molto relative (per esempio al proprio<br />

punto di vista), e perciò da qualcosa di essenzialmente non<br />

vero e di poco valore. Io indico effettivamente in questa direzione,<br />

dice Husserl, «ma tolto lo spregio che normalmente si da a<br />

tutto ciò». E continua: «Lo spregio con cui tutto ciò che è meramente<br />

soggettivo-relativo viene trattato dagli scienziati moderni<br />

non cambia assolutamente nulla al suo modo d’essere, come del<br />

resto non cambia nulla il fatto che agli scienziati stessi questo elemento<br />

deve essere di comodo, visto che vi ricorrono tanto spesso,<br />

e anzi inev<strong>it</strong>abilmente». Lo scienziato è educato dalla tradizione<br />

a tenere per buono solo quello che è «oggettivo»; di conseguenza<br />

«soggettivo» diviene per lui sinonimo di nonbuono. Ma<br />

ciò non elimina il fatto che il mondo intu<strong>it</strong>ivo-soggettivo continua<br />

a eserc<strong>it</strong>are la sua efficacia nella v<strong>it</strong>a di tutti, insinuandosi fatalmente<br />

anche nella prassi scientifica.<br />

Il mondo intu<strong>it</strong>ivo-soggettivo, liberato dai pregiudizi comuni e<br />

guardato nella sua reale consistenza, è la sorgente prima di tutte<br />

le evidenze. Soggettive (e anzi meglio intersoggettive) sono dette<br />

qui quelle operazioni necessariamente fondanti che ognuno deve<br />

compiere e incarnare per vivere direttamente e intu<strong>it</strong>ivamente<br />

(come effettivamente vive) nel mondo-della-v<strong>it</strong>a comune a tutti.<br />

Nessuno può osservare un colore senza usare i suoi occhi, senza<br />

volgere il capo in una certa direzione, senza fare uno sforzo di attenzione<br />

e simili. Non ha senso pensare di attingere altrimenti le<br />

evidenze che ne derivano, perché questi atti precategoriali sono<br />

la prima sorgente di ogni possibile senso «visivo». Sost<strong>it</strong>uire<br />

queste evidenze «soggettive» con una teoria «obiettiva» della vibrazione<br />

della luce è un non senso teorico, se noi intendiamo dire<br />

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