CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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almeno una bella chiacchierata.<br />
La parte costruttiva invece dice: il mostrato deve mostrarsi da<br />
sé. Le proposizioni della fenomenologia devono partire dal modo<br />
in cui i fenomeni sono «incontrati». Cioè dal loro autonomo<br />
«come» (sono incontrati). In conclusione: il divieto dice: non<br />
dire nulla che non sia direttamente mostrabile. La parte costruttiva<br />
dice: dì quello che incontri nel fenomeno. Ecco che significa<br />
descrizione. Ecco il metodo.<br />
La fenomenologia è allora sostanzialmente un «lasciar vedere».<br />
Che cosa? Naturalmente i fenomeni. Ma che sono poi i fenomeni?<br />
Evidentemente, dice Heidegger, se sono necessari tanti<br />
divieti ed esortazioni a lasciarli essere come sono, i fenomeni<br />
sono qualcosa che «innanzi tutto e per lo più» non si manifesta<br />
affatto. Qualcosa che resta nascosto rispetto a ciò che si manifesta<br />
innanzi tutto e per lo più. Potremmo dire così: innanzi tutto e<br />
per lo più si danno gli enti, ma non il «senso» degli enti, la loro<br />
«ver<strong>it</strong>à». Si danno stelle e montagne, uomini e animali, Dei,<br />
demoni e teorie scientifiche: che cosa sono tutte queste cose «in<br />
ver<strong>it</strong>à»? Qual è il loro «senso»? La tradizione, dice Heidegger,<br />
ha dato una parola a questo «senso»; essa suona «essere». Il fenomeno<br />
cercato è dunque l’essere in quanto senso di ciò che si<br />
manifesta innanzi tutto e per lo più: senso d’essere dell’ente.<br />
Naturalmente il fatto di aver affibbiato al fenomeno una parola<br />
(sia pure la veneranda parola essere, con quanto di fascinans<br />
et tremendum la accompagna da Parmenide in poi) non ci ha<br />
ancora «mostrato» proprio niente. Questo mostrare è appunto il<br />
comp<strong>it</strong>o che Essere e tempo, nel suo complesso, intende svolgere.<br />
Esso, come si sa, comincia con un’anal<strong>it</strong>ica dell’essere! e<br />
dovrebbe terminare con la comprensione del senso dell’essere<br />
entro l’orizzonte della temporal<strong>it</strong>à, la cui natura fenomenologica<br />
viene ampiamente delucidata e mostrata. Ma la comprensione<br />
del senso dell’essere resta sospesa e l’opera a questo punto si<br />
interrompe. L’essere stesso, cioè proprio il fenomeno, resta non<br />
detto. Mi sono venute meno le parole, ebbe poi a confessare<br />
Heidegger. Le parole della fenomenologia. Cioè della filosofia.<br />
Esse sono inadeguate a esprimere l’essere. Possono dire l’ente,<br />
che, certo, è la manifestazione dell’essere; ma anche il suo na-<br />
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