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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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appare in quanto entra nella presenza, nella modal<strong>it</strong>à in cui vi<br />

entra. È chiaro però che questa definizione non può stare così<br />

semplicemente; se la prendiamo alla lettera essa presenta vari<br />

problemi e risulta quanto meno manchevole sotto vari punti di<br />

vista.<br />

Sappiamo anz<strong>it</strong>utto che l’apparire ha un senso duplice; e allora<br />

non si può lim<strong>it</strong>arsi a dire: il fenomeno è tutto ciò che appare.<br />

Supponiamo che noi diciamo: appare il sole; oppure che appare<br />

la luna. Il tutto dell’apparire sarebbe il sole (o la luna<br />

ecc.). Ma la presenza, abbiamo visto, non è questo puro e assoluto<br />

spettacolo. Né vi è un osservatore che, standone fuori, è lì<br />

a constatare che cosa nella presenza si fa fenomeno. La presenza<br />

è la duplic<strong>it</strong>à originaria in sé stessa, è lo stesso fendersi della<br />

duplic<strong>it</strong>à originaria. Con queste ultime espressioni alludiamo a<br />

qualcosa che ora non siamo in grado di comprendere appieno,<br />

ma che più tardi e un po’ alla volta confidiamo di poter chiarire.<br />

Notiamo solo che è in base a questo fendersi che il senso<br />

comune può avere l’impressione che la presenza sia lo spettacolo<br />

«esterno» di un osservatore «interno»: impressione superficiale<br />

e imprecisa, ma non del tutto erronea. Ora però cerchiamo<br />

di andare i al cuore del problema, direttamente chiedendo:<br />

ma che cos’è che appare?<br />

Il giovane Teeteto, tormentato da Socrate, risponderebbe: ma<br />

l’hai già detto tu cosa appare; appare il sole; il sole è il fenomeno<br />

che ora appare. La risposta però comporta due problemi,<br />

che possiamo immaginare di disporre su due linee, una orizzontale<br />

e una verticale. Vediamo la prima, assai meno interessante,<br />

e però indispensabile per chiarire poi il senso della seconda.<br />

Dunque, linea orizzontale. Se noi diciamo che il fenomeno è<br />

tutto ciò che appare e poi diciamo: per esempio il sole, già qui<br />

vediamo disegnarsi una certa duplic<strong>it</strong>à. Bisogna tornare alle cose<br />

stesse e lasciare che esse si facciano da sé fenomeno, d’accordo.<br />

Ma ciò non significa che allora il sole ci prende per il<br />

bavero e ci dice: ehi, guarda che sono il sole. Per poter dire che<br />

è il sole che appare noi abbiamo bisogno di riconoscerlo, in base<br />

a riconoscimenti preesistenti e in relazione a molte altre no-<br />

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