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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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quelle nozioni comuni, certamente rozze, ma anche indispensabili,<br />

che mi rendono in ogni istante consapevole dei confini del<br />

mio proprio corpo, delim<strong>it</strong>ato dall’involucro esterno della sua<br />

sensibil<strong>it</strong>à?<br />

Non tutti, certo, ne sono così immediatamente consapevoli.<br />

Non i bambini molto piccoli, non i malati di mente, non lo<br />

sciamano in preda alla sua allucinazione o il mistico nella sua<br />

contemplazione estatica. In questi casi (ed è significativo) non<br />

c’è una delim<strong>it</strong>azione precisa tra il corpo e il mondo. Ma non<br />

c’è neppure per le teorie del fisico e del chimico, come osservò<br />

una volta Russell. Di sol<strong>it</strong>o però c’è. Ognuno di noi possiede la<br />

traccia di tale delim<strong>it</strong>azione; e se la sente oscillare, corre dal<br />

medico. E noi appunto chiediamo: come c’è? come si frange in<br />

generale il corpo dal mondo? Non possiamo assumere questa<br />

divisione, peraltro così precaria e problematica, come un fatto<br />

indiscutibile e ovvio; dobbiamo metterla in epochè, come diceva<br />

Husserl, e considerarla nel suo accadere fenomenologico.<br />

Come accade che io divenga proprietario di questa mia delim<strong>it</strong>azione<br />

corporea, così che se uno la spinge o la urta io mi risento<br />

e pretendo che mi debba delle scuse? Come si «articola»<br />

l’evento di questa separazione? E a questa «articolazione» che<br />

dobbiamo mirare, se vogliamo chiarire il senso delle gestual<strong>it</strong>à<br />

originarie, ovvero ciò che è originario in ogni gestual<strong>it</strong>à. È da<br />

quell’originario che possiamo sperare di veder sorgere quel<br />

tracciare che delim<strong>it</strong>a, quel far accadere che separa, cioè che<br />

ingloba e insieme dice di no. Tutto il mio corpo è l’incarnazione<br />

e l’esibizione di questo no rivolto al resto dell’universo; proprio<br />

come diceva Wh<strong>it</strong>ehead a propos<strong>it</strong>o dell’umile pianticella<br />

dell’issopo: essa se ne sta là, testardamente abbarbicata alla<br />

crepa del muro, affermando così il suo dir<strong>it</strong>to a essere di contro<br />

al mondo intero. Almeno sino a che l’esterno non abbia ragione<br />

di lei e della sua delim<strong>it</strong>azione fatalmente provvisoria e già intimamente<br />

aperta a quel «di fuori», a quella luce, a quell’aria, a<br />

quell’acqua che da sempre la ab<strong>it</strong>ano e la comprendono.<br />

Rivolti all’evento della separazione del corpo, non ci occuperemo<br />

delle singole gestual<strong>it</strong>à corporee, dei singoli «grafemi<br />

corporei», che altra volta abbiamo analizzato. Qui dobbiamo<br />

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