CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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uio puro e la luce pura sono astrazioni ed equivalgono a nulla.<br />
Sicché proprio la presenza della luce, del lampo, ha in sé, nel<br />
medesimo tempo, sia la non-presenza, sia la presenza del buio.<br />
E perché ha in sé questa non-presenza (è luce, non buio) che allora<br />
anche, a suo modo, la indica e la presenta. La luce porta in<br />
presenza questa assenza del buio, che così viene avvert<strong>it</strong>a e resa<br />
presente.<br />
D’altra parte dobbiamo anche dire: è proprio la non-presenza<br />
presente del buio che fa sì che il lampo, la luce, sia a sua volta<br />
una presenza differ<strong>it</strong>a, rinviata. Perché? Perché la luce è luce<br />
luminosa a partire dal buio; ma il buio è ciò che non c’è nel<br />
momento in cui c’è il lampo; e tuttavia anche c’è, o non ci sarebbe<br />
la luce. Quindi la luce c’è, ma solo in quanto c’è il buio;<br />
c’è rinviata e rimandata al buio.<br />
Quel senso comune che è in tutti noi non si raccapezza con<br />
tutti questi «c’è» e «non c’è», con tutti questi «rinvii». Esso<br />
pensa che quel che c’è è il lampo e qui si ferma. Ma noi non<br />
possiamo accontentarci di metterla così semplicemente. La descrizione<br />
fenomenologica è assai più complessa, per il semplice<br />
fatto che complessa è in realtà l’esperienza che facciamo. C’è il<br />
lampo, d’accordo; ma che vuoi dire che c’è il lampo? Vuoi dire<br />
che c’è una rivelazione del buio in forza della quale il lampo è<br />
appunto lampo e lampeggia. Solo così il senso d’essere della<br />
presenza è il lampeggiare.<br />
Abbiamo detto bene? Sì e no. Per altro verso il senso d’essere<br />
di questa presenza è il suo provenire dal buio, vale a dire:<br />
l’esser rinviato a ciò che è negato nel momento stesso in cui il<br />
lampo si afferma. Si tratta di quel negare originario che non è<br />
una semplice proposizione con il «non». Piuttosto, è lo sfondo<br />
implic<strong>it</strong>o di ciò che da sé si afferma, cioè si presenta. Negazione<br />
che chiama in gioco il negato assieme a ciò che si presenta. E<br />
allora bisogna ammettere che il senso d’essere del lampo è più<br />
profondamente il suo rinvio al buio: per il suo senso il lampo è<br />
differ<strong>it</strong>o al buio. Ma è differ<strong>it</strong>o qui, nel suo stesso lampeggiare.<br />
In sintesi potremmo dire: ogni lampeggiare ha bisogno di negare<br />
il buio per affermarsi; deve quindi portarlo con sé, in una<br />
forma che fa del suo sé, e del suo senso, un differimento di sen-<br />
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