CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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11. Tutta la gestual<strong>it</strong>à è nel suo insieme un indicare. Cerchiamo<br />
di farcene in qualche modo un’immagine. Supponiamo di tracciare<br />
un circolo tratteggiato dal quale escono cinque segmenti,<br />
disposti come i vertici di una stella a cinque punte, e a ogni vertice<br />
assegnarne il nome di uno dei cosiddetti cinque sensi. Per<br />
esempio così:<br />
tatto<br />
vista<br />
ud<strong>it</strong>o<br />
gusto olfat-<br />
La nostra stella pone in evidenza le cinque tradizionali vie sensibili<br />
di apertura al mondo. Che la vista stia in alto e il gusto e<br />
l’olfatto in basso sta a significare la maggiore nobiltà della prima<br />
rispetto ai secondi. La vista avvicina l’uomo al cielo; il gusto<br />
e l’olfatto lo avvicinano piuttosto agli animali. Così almeno<br />
si diceva un tempo e in effetti è difficile immaginare che le idee<br />
iperuraniche di Platone vengano annusate o succhiate. Ma<br />
tant’è: non prendiamo posizione al riguardo e consideriamo invece<br />
la linea tratteggiata.<br />
Essa è la traccia che designa l’evento di apertura del rapporto<br />
tra interno ed esterno (corpo-mondo ecc.). Tale linea raffigura<br />
dunque quella duplic<strong>it</strong>à gestuale del rimbalzo che pone ai suoi<br />
estremi il mondo e il «sé». Essa allude a un’urgenza e rappresenta<br />
quella scr<strong>it</strong>tura di mondo che ogni volta de-cide e prescrive<br />
che cosa è interno e che cosa è esterno; cioè la provenienza<br />
e la destinazione del gesto, ovvero il suo polo ideale o<br />
oggetto, ravvisato in percorsi possibili da parte del sé. Per questo<br />
non abbiamo indicato nel disegno alcun luogo che possa definirsi<br />
come mondo o come sé. Essi sono l’uno dentro l’altro e<br />
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