CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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neutico non si solleva a questo livello, il suo dire resta superficiale<br />
e sostanzialmente prefilosofico.<br />
La linea verticale concerne dunque il carattere evenemenziale<br />
(di evento) del fenomeno. Come esprimerlo? Un po’ impropriamente,<br />
i ma allo scopo di cominciare a entrare nella questione,<br />
diciamo così: non interessa il fatto che quel tutto che ora appare<br />
sia il sole nelle sue relazioni orizzontali con una sapienza già cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a;<br />
interessa invece che sia il sole e non la luna (il lampo e<br />
non l’oscur<strong>it</strong>à, il suono e non il silenzio, il giorno e non la notte,<br />
il maschio e non la femmina; o viceversa). Ora, essendo noi qui<br />
in un atteggiamento fenomenologico, volto a incontrare il fenomeno<br />
nella sua evenienza originaria e, come diceva Husserl,<br />
prescientifica, non possiamo certo fare appello a una teoria astronomica<br />
che ci spieghi come mai quando appare il sole i la<br />
luna va via ecc. Questa teoria si baserebbe comunque su quella<br />
esperienza originaria che mostra appunto il sole e non la luna,<br />
stimolando in segu<strong>it</strong>o anche la nostra curios<strong>it</strong>à astronomica a<br />
trovar teorie! esplicative del «fatto». Ma come accade il fatto?<br />
come originariamente si fa fenomeno per noi?<br />
Più in generale miriamo qui a comprendere, sul filo dei nostri!<br />
esempi, come accade che nell’esperienza si mostri questo e non<br />
quest’altro, che è poi il suo altro. Che è poi quello che, a suo<br />
modo, rivendica sempre il senso comune, essendo questo, ai suoi<br />
occhi, il carattere preminente dell’esperienza. Al senso comune<br />
non interessano! tutte le «spiegazioni». Che il sole accada in base<br />
a una teoria tolemaica oppure copernicana va bene lo stesso:<br />
la nostra v<strong>it</strong>a quotidiana, le nostre giornate restano quelle di<br />
prima. Ma che ora accada il sole, e non la luna, questa è per il<br />
senso comune una discriminante decisiva. È quell’elemento ineliminabile<br />
dell’esperienza per cui noi f non possiamo modificare<br />
le cose con la nostra semplice volontà o col nostro puro pensiero,<br />
cioè a nostro talento.<br />
Abbiamo ora davanti agli occhi una sorta di gioco dei quattro<br />
cantoni: l’evento, la cosa stessa, il fenomeno, la presenza. Dobbiamo<br />
vedere come accade, in questo gioco, l’evenemenzial<strong>it</strong>à<br />
stessa, per cui accade questo e non quell’altro, che è poi il suo<br />
altro. Sappiamo già che l’evento del fenomeno non si manifesta<br />
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