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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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gia è sempre un atto congiunto al Leib: è intenzional<strong>it</strong>à delle orecchie,<br />

degli occhi, delle mani, ovvero vivente esplicarsi di una<br />

pratica entro il concreto mondo-della-v<strong>it</strong>a. Sicché tornare a se<br />

stessi equivale a rendere tematico questo vivere precategoriale irriflesso<br />

in cui già da sempre mi trovo collocato.<br />

In altri termini, si tratta di tematizzare l’«a-priori del mondodella-v<strong>it</strong>a»,<br />

dopo aver messo tra parentesi a-priori logicoobiettivo<br />

delle scienze naturalistiche. Dovrà risultarne allora una<br />

vera e propria «ontologia del mondo-della-v<strong>it</strong>a» (in larga misura<br />

la stessa cosa che Heidegger chiama, in Essere e tempo, «ontologia<br />

fondamentale»).<br />

Il cammino verso questa ontologia «radicale» è aperto, non dalla<br />

retrocessione a un supposto fondamento e residuo di coscienza<br />

puro e apod<strong>it</strong>tico, salvatesi dalla messa tra parentesi di ogni giudizio<br />

e pregiudizio, ma dalla messa in opera di un nuovo «atteggiamento»,<br />

di una nuova pratica teorica, di un nuovo modo di assumere<br />

il mondo come problema. Tale atteggiamento si può esprimere<br />

con una domanda che, sospendendo il vivere diretto nel<br />

mondo naturale, chiede conto del «come» di questo mondo naturale<br />

stesso. Più esattamente, noi allora riflettiamo «sul come del<br />

modo soggettivo di dat<strong>it</strong>à del mondo-della v<strong>it</strong>a». Come mi è dato<br />

il mondo-della-v<strong>it</strong>a? Come ho quell’«avere che è avere il mondo»<br />

(essere-nel-mondo, direbbe Heidegger), in quanto modal<strong>it</strong>à<br />

universale e ineliminabile del mio vivere? Così domandando, dice<br />

Husserl, non vivo più in un «orizzonte universale non tematico»,<br />

ma anzi rendo tematico questo orizzonte stesso che sempre<br />

accompagna la mia v<strong>it</strong>a e ogni vivere intersoggettivo: ne chiedo<br />

conto. La fenomenologia si indirizza in tal modo a una «scienza<br />

del come»: al come universale dell’esser già dato del mondo. Esso<br />

mi è di fatto già sempre dato, ma io chiedo come (di principio,<br />

si potrebbe dire) mi è dato. In questo atteggiamento posso adeguatamente<br />

tematizzare il suo universale e vivente esser terreno<br />

per qual-siasi mio interesse, per qualsiasi mia azione, per qualsiasi<br />

oggettiv<strong>it</strong>à che io faccio valere o a cui do valore. Se riusciremo<br />

a far ciò, dice Husserl, avremo finalmente quella scienza<br />

dei fondamenti ultimi da cui ogni sapere obiettivistico attinge la<br />

sua leg<strong>it</strong>tim<strong>it</strong>à e la sua forza.<br />

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