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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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All’origine del gesto altro non c’è che la provenienza della voce:<br />

il fatto che essa risuona. Questo semplice risuonare della<br />

voce non opera alcuna duplicazione tra mondo e sé. Proprio<br />

perciò, come vedremo, essa opera la duplicazione del sé, che<br />

peraltro e proprio perciò ancora non c’è.<br />

La gestual<strong>it</strong>à presa nel suo insorgere originario è quindi il<br />

semplice accadere della voce. Non c’è un soggetto-voce che dice<br />

o «sa»: «io sono la voce». Non c’è, come si dice oggi, un<br />

«em<strong>it</strong>tente», ma solo voce che accade. Il bambino che grida non<br />

è un em<strong>it</strong>tente che grida: questo lo diciamo noi osservando dall’esterno<br />

la sua esperienza.<br />

Il bambino che grida è la semplice percezione del grido. Come<br />

in ogni presenza percettiva, anche qui accade una distanza e<br />

a suo modo un rimbalzo. Vediamo come.<br />

Non vi è l’em<strong>it</strong>tente che grida e poi il grido gli (?) r<strong>it</strong>orna come<br />

percezione del grido, cioè dell’aver gridato o dello star gridando.<br />

Piuttosto: vi è un provenire della voce per il quale sorge<br />

l’em<strong>it</strong>tente stesso. L’em<strong>it</strong>tente è un effetto del rimbalzo e non la<br />

causa del medesimo. Noi che descriviamo dall’esterno possiamo<br />

dire: l’em<strong>it</strong>tente si trova rispecchiato nella voce, cioè si avverte<br />

e si sa nella voce che esplode. Em<strong>it</strong>tente inconsapevole rispecchiato<br />

nella voce che si da. La proiezione-rispecchiamento<br />

è ciò che delim<strong>it</strong>a la fonte inavvert<strong>it</strong>a. Abbiamo così una duplicazione<br />

potenziale. Potenziale perché solo per me che<br />

dall’esterno osservo c’è l’em<strong>it</strong>tente inconsapevole della voce<br />

che poi torna indietro in forma di percezione acustica, sicché<br />

«lui» che ha gridato si sente gridare. Tutta questa descrizione<br />

però la faccio io con la mia grammatica. Cioè, appunto, con la<br />

mia voce. Ma ciò che accade non è un «lui» gridante ecc. C’è il<br />

semplice essere inser<strong>it</strong>i nella voce che grida e viene avvert<strong>it</strong>a;<br />

«essere» come trovarsi e sussistere in questo e per questo inserimento:<br />

esperienza rispecchiante di una voce che grida,<br />

II primum non è perciò la vox, come soggetto viventegridante,<br />

ma, per così dire, la voce all’accusativo, la vocem.<br />

Ovvero: primum non è il «sono», ma l’«è» della voce che risuona<br />

«accusando» il soggetto, non provenendone. La sua prassi è<br />

anonima. Il soggetto «vociante», come vedremo, sarà piuttosto<br />

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