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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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della scienza ottica. Noi troveremmo molte parti del libro incomprensibili.<br />

Come cap<strong>it</strong>erebbe ai più di fronte a un trattato di<br />

alchimia: parole latine, parole ebraiche, frecce, disegni, simboli<br />

astrologici, nomi e figure di oggetti che non sappiamo bene<br />

come fossero fatti e a cosa servissero, e così via. Il fatto è che<br />

anche un testo scientifico moderno usa tante pratiche, tanti saperi,<br />

persino tante logiche che non sono affatto scientifiche,<br />

cioè rigorosamente costru<strong>it</strong>e nel trattato stesso. Già l’uso costante<br />

e ineliminabile del linguaggio comune comporta una<br />

frequentazione di giochi linguistici, direbbe W<strong>it</strong>tgenstein, diversi<br />

e fatalmente vaghi: prendete questo, fate quello e allora,<br />

se osservate attentamente... già, ma che significa osservare «attentamente»?<br />

Si suppone che lo si sappia e che lo si sappia fare.<br />

Uno psicologo cogn<strong>it</strong>ivista osserverebbe che la cosa non è affatto<br />

così semplice e così garant<strong>it</strong>a.<br />

In conclusione: quanto nel libro di ottica è puramente categoriale<br />

e quanto non lo è? Che cosa è rigorosamente scientifico e<br />

che cosa è, rispetto a esso, prescientifico? Lo scienziato non se<br />

lo chiede, non ci riflette, non lo sa. Ed è qui il germe della sua<br />

«crisi», almeno secondo Husserl. La scienza appare disinteressata,<br />

e del resto anche impreparata, a conoscere a fondo le prassi<br />

che usa. La scienza scrive, calcola, misura, combina altissime<br />

astrazioni grafiche e matematiche, ma di tutte queste operazioni<br />

fa un uso irriflesso. Le prende come ovvietà precategoriali,<br />

così come uno accende la sua lampada senza pensare neppure<br />

un attimo all’«elettric<strong>it</strong>à». Lo scienziato, come del resto ogni<br />

persona che pensa e agisce, deve dare per scontate un sacco di<br />

cose per poter procedere nella sua ricerca. E d’altra parte ciò che<br />

fa, come accade a ogni uomo sul piano della v<strong>it</strong>a comune, è un<br />

misterioso intreccio di categoriale e precategoriale.<br />

6. Nella Krisis, come si sa, Husserl esamina il caso emblematico<br />

di Galileo: «scopr<strong>it</strong>ore» della fisica moderna e «ricopr<strong>it</strong>ore» del<br />

suo «senso» ultimo. Galileo matematizza la scienza della natura,<br />

ma non si chiede il senso delle operazioni matematicogeometriche<br />

che ered<strong>it</strong>a dalla tradizione e che applica in un certo<br />

modo ai suoi problemi. E così oggi uno studente di fisica non si<br />

azzarderebbe a domandare al suo professore perché mai, per lau-<br />

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