CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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ha a disposizione davanti a sé il mondo-ambiente; quel mondoambiente<br />
che vale per lui e che gli è concretamente possibile<br />
percorrere, quel mondo che incontra nella effettiva e quotidiana<br />
esperienza. Ognuno ha così i suoi percorsi reali, immaginari,<br />
sociali, psicologici, culturali, affettivi e così via. Ha quelli e<br />
non altri, sebbene essi anche mutino, crescendo e modificandosi<br />
sempre a partire dalle basi già aperte, rese possibili e acquis<strong>it</strong>e.<br />
Questo e non altro è il «mondo» per ognuno, comprese le<br />
teorie che ognuno può formarsene o dalle quali si trovi culturalmente<br />
informato. Mondo che compendia per ognuno le sue<br />
«tracce», le sue concrete relazioni di appropriatezza e di estrane<strong>it</strong>à,<br />
in base alle quali (come diceva una frase a suo tempo<br />
pronunciata, ma che solo ora si viene pos<strong>it</strong>ivamente chiarendo)<br />
egli va a rintracciare le cose, ovvero tutto ciò che gli urge e gli<br />
preme, o che lo preme, nella quotidiana «cura».<br />
Il mondo di cui sempre parliamo è ogni volta un mondo determinato.<br />
Determinato come un percorso del quale sono funzione<br />
quelle relazioni che abbiamo nominato come pieno-vuoto, interno-esterno<br />
e in altri modi ancora. Il mondo è così l’orizzonte<br />
di intenzional<strong>it</strong>à, ovvero di urgenze determinate, che mirano al<br />
loro «riempimento». In altri termini potremmo dire: il mondo si<br />
da per profili di urgenze o per profili di emozioni. Ma questi<br />
profili sono poi concreti percorsi, in cui si tracciano, si scrivono<br />
e si descrivono, si segnano e si rintracciano gli oggetti delle nostre<br />
cost<strong>it</strong>utive viciss<strong>it</strong>udini.<br />
E il mondo, infine, è per ognuno esattamente ciò che egli può<br />
fare e fa, e sin dove può fare e fa, sia nel senso dell’agire sia in<br />
quello del patire. Il mondo è la total<strong>it</strong>à dei «fatti», diceva W<strong>it</strong>tgenstein.<br />
Più propriamente, noi diciamo, esso è l’orizzonte<br />
mobile dell’evento che produce la correlazione del fare e dei<br />
fatti. Dove il fare è fatto dai fatti e i fatti sono fatti dal fare, sicché<br />
l’agente oscilla continuamente dalla parte del mondo (è il<br />
corpo che pensa, è il corpo che decide) e il mondo dalla parte<br />
dell’agente (è l’anima che pensa e decide che è il corpo che<br />
pensa e decide). Ma l’oscillazione non è lì per determinare precipuamente<br />
le nostre teorie sul corpo e sull’anima o i nomi che<br />
vogliamo dare alla nostra eveniente esperienza (sebbene faccia<br />
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