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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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mera «cultura», per esempio nel senso relativistico innescato<br />

dalle cosiddette scienze dello spir<strong>it</strong>o. Il «ricoprimento delle origini»<br />

da cui Husserl parte è anche un tipico tema di Heidegger,<br />

il quale add<strong>it</strong>a già nei primi pensatori greci la caduta in oblio<br />

del problema del «senso dell’essere»: problema che, come si è<br />

mostrato, ha una sua nasc<strong>it</strong>a essenziale nelle questioni di senso<br />

che Husserl ha sollevato e che non è adeguatamente comprensibile<br />

se non a partire di lì.<br />

Questo r<strong>it</strong>orno problematico alle origini ha il senso, sia per<br />

Husserl, sia per Heidegger, di un rifiuto della logica. Più esattamente,<br />

di un rifiuto di identificare con la logica le ragioni del<br />

pensiero. Che questo rifiuto sia, o rischi di essere, una caduta<br />

nell’«irrazionalismo» (come alcuni hanno pensato e tuttora pensano)<br />

è giudizio privo di senso. O meglio: esso ha indubbiamente<br />

senso per colui che ha preventivamente e aproblematicamente<br />

identificato il pensiero con la logica; dal suo punto di vista la<br />

fenomenologia (husserliana e heideggeriana) non può che apparire<br />

come un fenomeno di «irrazionalismo»; ma il fatto è che è<br />

appunto quel punto di vista che la fenomenologia mette in questione.<br />

C’è piuttosto da dire che, mentre Husserl crede nella<br />

possibil<strong>it</strong>à di una ragione fenomenologica che ha la logica al<br />

suo interno, Heidegger, soprattutto dopo Essere e tempo, ma per<br />

certi versi già a partire da Essere e tempo, pensa che la ragione<br />

stessa, sia pure presa in un senso più ampio e più profondo di<br />

come la pensa la logica, contenga essa stessa il germe della crisi<br />

e della insensatezza della filosofia e della cultura occidentale.<br />

Naturalmente non lo pensa «irrazionalisticamente» o per il gusto<br />

di schierarsi «contro la ragione», ma per motivazioni precise<br />

quanto complesse. Che queste motivazioni siano irrazionali, o è<br />

un modo di dire che definisce tautologicamente il punto di vista<br />

di colui che le r<strong>it</strong>iene tali, o è una mera incapac<strong>it</strong>à di comprensione<br />

e di effettiva valutazione delle argomentazioni stesse.<br />

Analogamente insensato è il giudizio che vede in Husserl un<br />

pensatore antiscientifico. Si potrebbe dire, al contrario, che egli<br />

è sin troppo preoccupato delle ragioni della scienza. Ma il punto<br />

vero, che poi lo accomuna a Heidegger, è che la rivoluzione<br />

scientifica e tecnologica è per Husserl la cosa stessa del pensie-<br />

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