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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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zione radicale dell’esistenza dell’uomo. In questo senso egli<br />

parla di «qualcosa di simile a una conversione religiosa».<br />

In ogni caso risulta chiaro perché la fenomenologia non deve<br />

essere intesa come un semplice fatto culturale o letterario:<br />

essa è un procedere operativo che ered<strong>it</strong>a le aspirazioni storiche<br />

inevase e incomprese di tutta la filosofia del passato. Non<br />

più med<strong>it</strong>azioni sol<strong>it</strong>arie e solipsistiche che conducono a una<br />

visione «feticizzata» della ver<strong>it</strong>à, dell’essere e del mondo. La<br />

ver<strong>it</strong>à non è un fatto e il mondo non è una cosa, che si possano<br />

racchiudere in formule e definizioni. La ver<strong>it</strong>à della filosofia<br />

è un comp<strong>it</strong>o infin<strong>it</strong>o di natura pratica, è una continua<br />

fondazione e rifondazione del senso della v<strong>it</strong>a attraverso una<br />

peculiare prassi teorica. L’impulso verso la ver<strong>it</strong>à, che è<br />

l’origine stessa della ragione filosofica, è stato frainteso dalie<br />

speculazioni metafisiche, eternamente in lotta tra loro e<br />

ogni volta inconsistenti.<br />

Questo stesso programma della Krisis non va dunque inteso<br />

come una «dottrina», di cui fornire prove e dimostrazioni.<br />

Ciò che si tratta di fare è mostrare la possibil<strong>it</strong>à di una filosofia<br />

pratica di nuovo genere e tale da ered<strong>it</strong>are in sé il senso<br />

del passato filosofico, avviandolo al suo destino futuro. Per<br />

Husserl si tratta dunque di esibire il suo stesso cammino, le<br />

vie che egli si è trovato a percorrere, sforzandosi di descrivere<br />

adeguatamente ciò che gli si mostrava e che egli vedeva,<br />

perché anche altri possano incamminarvisi, collaborando<br />

consapevolmente a un lavoro comune. «Io non ho nessun’altra<br />

pretesa se non quella di poter parlare, innanzi tutto<br />

di fronte a me stesso e quindi di fronte agli altri, come uno<br />

che ha vissuto in tutta la sua serietà il destino di un’esistenza<br />

filosofica.»<br />

16. Il percorso della conferenza di Vienna procede in senso<br />

inverso rispetto alla conferenza di Praga. Al centro sta sempre<br />

la questione della crisi dell’Europa e il problema<br />

dell’idea di un destino storico-filosofico dell’uman<strong>it</strong>à. Ma a<br />

Praga Husserl aveva preso le mosse da una considerazione<br />

relativa alle scienze naturali, per poi passare alle scienze<br />

dello spir<strong>it</strong>o; a Vienna aveva fatto il contrario.<br />

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