CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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menologico. Tutto ciò va messo in linea di conto, perché tutto<br />
ciò di certo appare un<strong>it</strong>amente all’evento che noi diciamo che<br />
appare. Non è solo l’evento che appare, così come l’abbiamo<br />
detto; appariamo anche noi che lo diciamo, sicché non possiamo<br />
toglierci di mezzo. Anche la descrizione fenomenologica è una<br />
prassi e come ogni prassi è un tracciare, un segnare, un indicare,<br />
uno «scrivere», più che un descrivere. La gestual<strong>it</strong>à di questa<br />
prassi non può ora ignorarsi, come sempre fa il senso comune<br />
relativamente alle sue prassi, che le eserc<strong>it</strong>a mirando unicamente<br />
al loro successo e non si chiede il come dell’avere di<br />
questo avere che è appunto avere successo.<br />
14. Considerato tutto ciò, dobbiamo allora dire: l’evento che accade,<br />
in quanto accade come segno e come traccia, accade anche<br />
come sapere. Per esempio come sapere del segno e della<br />
traccia. È questo sapere che propriamente traccia e rintraccia.<br />
L’evento è sempre un accadere in un<strong>it</strong>à col sapere suo, cioè con<br />
l’evento di quel sapere volta per volta determinato. Non solo<br />
dunque «fenomeno» non è tutto ciò che appare (proposizione<br />
già a suo tempo esaminata), ma non è neppure l’apparire e l’accadere<br />
della traccia, se qui semplicisticamente ci fermiamo e<br />
non procediamo oltre. Dobbiamo dire invece che «fenomeno» è<br />
il sapere che accade. Espressione hegeliana quant’ altre mai. Si<br />
potrebbe mostrare che questo è propriamente il «sapere assoluto»<br />
di cui Hegel parla (e non chissà quale ipostasi idealistica e<br />
metafisica) e ne potrebbe sorgere il sospetto che forse Hegel,<br />
nella sua «fenomenologia», aveva compreso alcune cose che in<br />
Husserl, e anche in Heidegger, non sembrano essere altrettanto<br />
chiare.<br />
Stiamo a noi e chiediamoci, nel nostro stile: che significa che<br />
il fenomeno è il sapere che accade? Il fenomeno è quell’evento<br />
che urge e che invia, che pone in traccia. Si tratta dunque di un<br />
urgere del sapere verso la cosa stessa, posto che l’accadere del<br />
fenomeno sia appunto l’accadere, l’apparire, il manifestarsi del<br />
sapere stesso. Ma in che senso parliamo di un «urgere del sapere»?<br />
Riprendiamo l’esempio del bambino, che, supponiamo, afferra<br />
il grosso d<strong>it</strong>o del papa. Questa «scena» sta inclusa entro lo<br />
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