CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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Già, la storia, risponde Husserl, battendosi la fronte con la<br />
mano. Il treno si mette in moto). Non è vero, scrisse Husserl<br />
in una lettera famosa, che io abbia trascurato il problema della<br />
storia; ho ev<strong>it</strong>ato di parlarne sino a che non sono stato in<br />
grado di affrontarlo in modo fondato.<br />
Il problema, dunque, resta quello della «fondazione fenomenologica»,<br />
che è poi il punto essenzialmente ripudiato da<br />
Heidegger e dichiarato impossibile dopo il fallimento di Essere<br />
e tempo: con la fenomenologia non si arriva a nessuna<br />
fondazione, a nessun fondamento. Ciò che resta da pensare è<br />
piuttosto il non fondamento, l’Abgrund dell’essere. Come sia<br />
possibile pensarlo resta a sua volta problematico, perché esclusa<br />
la fondazione, anche ogni «metodo» risulta immotivato<br />
e immotivabile; figuriamoci poi «rigoroso». Se nemmeno<br />
le scienze sono in realtà «rigorose», come esse credono e si<br />
illudono (su questo Husserl e Heidegger vanno d’accordo),<br />
come sarà rigorosa la filosofia, che non è neppure una scienza?<br />
Eppure Husserl insiste: le scienze non sono davvero rigorose,<br />
e proprio perciò sono in crisi; ma la ragione filosofica è<br />
ancora possibile, nella forma della ragione fenomenologica.<br />
Non dispiaccia al lettore se ora daremo a Husserl, per un po’,<br />
la parola, ripercorrendo liberamente e riassuntivamente le due<br />
conferenze donde nacque la Krisis, cominciando dalla conferenza<br />
di Praga.<br />
6. Malgrado i loro continui successi, le scienze sono in crisi.<br />
Questa affermazione non intende negare la valid<strong>it</strong>à e<br />
l’importanza delle conquiste scientifiche. Il progetto scientifico<br />
procede con indiscutibile forza vincente, rendendo funzionali<br />
ai suoi scopi i suoi stessi errori, le sue interne polemiche,<br />
i suoi ripensamenti metodologici e ist<strong>it</strong>uzionali. Da questo<br />
punto di vista le scienze sono in fiore: esse rappresentano<br />
il vanto della nostra civiltà e della nostra cultura, sicché il resto<br />
del mondo ce le invidia e ce le copia.<br />
Se le cose stanno così, potrebbe dire uno scienziato, perché<br />
questo vecchio professore di filosofia se ne va in giro a dire<br />
che, nondimeno, le scienze sarebbero in crisi? Anziché pronunciare<br />
giudizi così avventati e stravaganti, non farebbe me-<br />
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