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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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Abbiamo dunque fatto un passo avanti nella comprensione<br />

dei paradossi che affliggono i nostri saperi e in particolare i<br />

saperi delle scienze dello spir<strong>it</strong>o. Ma è proprio cosi? Oppure<br />

continuiamo a restare irret<strong>it</strong>i nei vecchi pregiudizi e insomma<br />

a ripetere e a perseverare nello stesso errore?<br />

17. In realtà gli errori sono due. Anz<strong>it</strong>utto non comprendiamo<br />

veramente che cosa fa lo scienziato della natura; così gli concediamo,<br />

senza riflettervi, che esista davvero la sfera della<br />

natura prescissa da tutti gli altri fenomeni. È vero che abbiamo<br />

parlato, a questo propos<strong>it</strong>o, di una sua «astrazione»: ma<br />

astrazione da che? quale sarebbe allora il fenomeno concreto?<br />

In secondo luogo, continuiamo a dar per scontato che le<br />

scienze dello spir<strong>it</strong>o sarebbero davvero tali solo se potessero<br />

im<strong>it</strong>are il metodo delle scienze della natura; col che assolutizziamo<br />

dogmaticamente quest’ultimo e facciamo di questa idea<br />

della scientific<strong>it</strong>à il metro per misurare tutti gli altri saperi.<br />

Qual è la radice di questi errori? Entriamo così in una delle<br />

riflessioni più profonde dì Husserl e in particolare dell’ultimo<br />

Husserl. Il fatto è che quando parliamo della natura che non<br />

può non accompagnare quelli che chiamiamo fenomeni spir<strong>it</strong>uali,<br />

e quindi riconosciamo l’ imprescindibil<strong>it</strong>à della natura<br />

per studiare lo spir<strong>it</strong>o, equivochiamo però sulla nozione stessa<br />

di natura. Il nostro senso comune, e i1 nostro senso comune<br />

scientifico, pensa inavvert<strong>it</strong>amente, o da per scontato, che<br />

si tratti della stessa natura di cui parlano le scienze narrali.<br />

Ma non è affatto così. La natura degli antichi greci, quel loro<br />

mare, quel cielo, quei boschi, quei templi, quelle divin<strong>it</strong>à,<br />

quelle istruzioni, è precisamente l’universo entro il quale essi<br />

hanno costru<strong>it</strong>o a loro meravigliosa civiltà spir<strong>it</strong>uale, cioè è la<br />

natura da loro «intenzionata» e interpretata: non è la natura<br />

come la intende il nostro fisico, il nostro geologo, il nostro<br />

geografo e così via. Ma altrettanto poi è da dire Iella natura<br />

dell’amico di cui si parlava prima nell’esempio, che non è<br />

quella che intende il fisiologo, il biologo, l’anatomista ecc.<br />

Queste nature sono costruzioni dell’intelletto, sono appunto<br />

il risultato dì procedimenti astrattivi.<br />

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