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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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ebbe percepibile nella sua differenza? Dire che tutto è azzurro<br />

e dire niente fanno il medesimo.<br />

Questo però è ancora un modo di considerare la s<strong>it</strong>uazione<br />

che si accontenta di indicazioni prevalentemente negative. Noi<br />

invece questa differenza, questo differire della presenza, vorremmo<br />

afferrarlo nel suo lato pos<strong>it</strong>ivo. Ma forse proprio in ciò<br />

che abbiamo detto un elemento pos<strong>it</strong>ivo è già emerso e noi non<br />

dobbiamo far altro che porcelo davanti agli occhi in modo più distinto.<br />

L’elemento in questione si potrebbe esprimere così: è l’evento<br />

della cosa nella presenza che è in sé duplice, senza riguardo a<br />

quale sia la cosa di cui si tratta (sia essa un quadro, un uomo reale<br />

o noi stessi come osservatori dell’uno o dell’altro). Ogni evento<br />

nella presenza è un segno duplice; è per questo poi che la<br />

cosa stessa è un segno duplice. Non dobbiamo dunque prendere<br />

la duplic<strong>it</strong>à così come la prendevamo prima: la presenza è duplice<br />

perché è presenza di qualche cosa; ‘ perciò c’è la presenza<br />

e insieme qualcosa. Invece dobbiamo dire: la i cosa stessa è duplice,<br />

perché un conto è la cosa e un altro la cosa in, presenza.<br />

Questa seconda cosa non è senz’altro «la cosa», perché è, appunto,<br />

la cosa in presenza.<br />

Bene. Questo però è solo un primo avvistamento, che mantiene<br />

; lo sguardo solo al livello «orizzontale» della s<strong>it</strong>uazione. Esso<br />

dice: la cosa che sta nella presenza (e che non potrebbe infatti<br />

stare in nessun altro luogo) è anche altro da sé perché sta nella<br />

presenza; ma nel contempo è anche identica a sé, perché solo<br />

in questa differenza può stare ed essere se stessa. Questa è già<br />

una bella ginnastica, non c’è dubbio. Però la cosa non sta così, o<br />

non sta proprio, o soltanto, così. Bisogna aver pazienza. Non è<br />

colpa nostra. Diciamo che la cosa sta così al piano di sopra, ma<br />

che c’è anche un piano di sotto e ora lo dobbiamo vis<strong>it</strong>are. Esso<br />

mostra che l’evento della cosa, indipendentemente dal fatto che<br />

esso sia il venire alla presenza della cosa, il suo farsi fenomeno,<br />

è in se stesso duplice.<br />

Se per farci capire usiamo per un istante la terminologia metafisica<br />

di Heidegger (ma la questione è ormai anche altra da<br />

quella terminologia), potremmo dire: è l’essere in se stesso che<br />

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