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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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l’esterno come interno e l’interno come esterno. E questo prodursi<br />

entro la prassi che consente di superare le difficoltà dell’occasionalismo<br />

e di ogni intellettualismo obiettivistico; o meglio,<br />

che consente di vedere come quello dell’occasionalismo<br />

sia un falso problema, determinato da un pregiudizio.<br />

E perché considera le cose, cioè i fenomeni, a partire dall’esperienza<br />

precategoriale della prassi che la fenomenologia<br />

può delim<strong>it</strong>are l’amb<strong>it</strong>o del pregiudizio. Anche il pregiudizio è<br />

una prassi, a suo modo obiettivante e a suo modo non priva di<br />

una funzione v<strong>it</strong>ale; ma il fondamento o la condizione di possibil<strong>it</strong>à<br />

di tale sua funzione sta esattamente nel contrario di ciò<br />

che esso enuncia, donde la sua natura di pregiudizio, cioè di ricoprimento<br />

ideologico del suo stesso fare e del suo senso.<br />

8. Torniamo al problema della «articolazione». Chiedevamo:<br />

che significa che in ogni gesto ha luogo un’articolazione? Come<br />

il gesto articola, ponendoli in relazione, l’interno e<br />

l’esterno, il pieno e il vuoto, la luce e le tenebre ecc.?<br />

Ora possiamo far cadere una parola riassuntiva e illuminante,<br />

già occasionalmente pronunciata; solo ora però essa assume il<br />

suo senso più pregnante. Tale parola è «prospettiva». L’evento<br />

del gesto è un evento di prospettiva o l’evento della prospettiva.<br />

Il che non è detto solo in riferimento al gesto visivo, poiché<br />

in ogni gesto vi è l’emergenza di una prospettiva. Ed è in base<br />

alla prospettiva che dobbiamo intendere ciò che Husserl e Heidegger<br />

nominavano come Umwelt.<br />

Stiamo dunque dicendo che il «mondo circostante», quel<br />

mondo che è «storicamente» così come di volta in volta è (per i<br />

greci in un modo, per noi in un altro), cioè ogni volta defin<strong>it</strong>o e<br />

determinato dalle «prassi spir<strong>it</strong>uali» che lo compongono, o dalle<br />

modal<strong>it</strong>à di manifestazione dell’evento (e non obiettivisticamente<br />

definibile in assoluto e una volta per tutte, come pretenderebbero<br />

ingenuamente le scienze), quel mondo-ambiente, che<br />

è in un<strong>it</strong>à con l’uomo ed è il senso evenemenziale del suo esistere,<br />

è in ultima analisi una prospettiva. Ancora più concretamente:<br />

un «percorso». Il percorso di un attivo percorrere.<br />

C’è percorso e percorso e non tutti i percorsi sono uguali, così<br />

come non sono uguali i destini di tutte le esistenze. Ognuno<br />

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