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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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cava la cosa in questi termini, che Hegel poteva credere di sormontare<br />

solo facendo della storia e della storia della filosofia un<br />

problema filosofico essenziale: col che egli apriva la soglia della<br />

nostra stessa modern<strong>it</strong>à e attual<strong>it</strong>à. Heidegger, meno «ottimista»<br />

di Hegel, parlerà infatti di «erramento», che non è da intendersi<br />

come il ripetersi di un errore, come tale correggibile,<br />

ma come qualcosa di molto più profondo ed enigmatico, connesso<br />

al senso e alla natura della esperienza e della pratica filosofica<br />

stessa. E in effetti la filosofia è nata come «scienza della<br />

ver<strong>it</strong>à» e ha detto in propos<strong>it</strong>o cose di certo significative o addir<strong>it</strong>tura<br />

decisive, tranne l’unica cosa che però doveva dire: cioè<br />

la ver<strong>it</strong>à.<br />

La ver<strong>it</strong>à stessa entra allora in una trasformazione di senso di<br />

cui Husserl e Heidegger (ma io aggiungerei allo stesso t<strong>it</strong>olo<br />

Peirce) hanno recato la massima testimonianza. E questa testimonianza<br />

ha un carattere inev<strong>it</strong>abilmente antistorico, per esempio<br />

nel senso della seconda Inattuale di Nietzsche, che è il quarto<br />

nome che non va dimenticato accanto agli altri tre sopra<br />

menzionati, in ordine al problema del mutamento di senso della<br />

esperienza e del problema della ver<strong>it</strong>à. La fenomenologia è antistorica<br />

(gli avversati di Husserl lo hanno cap<strong>it</strong>o sub<strong>it</strong>o) e tale è<br />

anche l’ermeneutica heideggeriana, poiché la sua rivendicazione<br />

della «storic<strong>it</strong>à» dell’essere (non priva, come sappiamo, di<br />

intenti cr<strong>it</strong>ici nei confronti di Husserl) muove da un preliminare<br />

rifiuto della concezione «storiografica» o cronologicotemporale<br />

della filosofia. Sicché Husserl e Heidegger sono concordi<br />

nella cr<strong>it</strong>ica della tradizione e nel suo sostanziale rifiuto,<br />

in quanto alla tradizione stessa vengono poste domande radicali<br />

allo scopo di arrivare a pensarla (e non soltanto a «chiacchierarla»<br />

come vorrebbe l’ermeneutica contemporanea, più intenta a<br />

«raccontare storie» che non a problematizzare davvero la storia<br />

e il senso storico).<br />

2. Husserl vede nella storia della filosofia un fraintendimento<br />

del senso delle origini, fraintendimento che da luogo alla «crisi<br />

della ragione». Esso consiste in primo luogo nella caduta nel<br />

naturalismo ingenuo e nell’obiettivismo scientifico; in secondo<br />

luogo nella riduzione della filosofia a mera Weltanschauung, a<br />

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