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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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sempio altrettanto famoso della psicologia della Gestalt: una<br />

figura composta da due linee ondulate a destra e a sinistra del<br />

foglio. Ecco, voi d<strong>it</strong>e, il contorno di un vaso. Davvero? Siete<br />

inv<strong>it</strong>ati a guardar meglio, con più attenzione anal<strong>it</strong>ica. Ah no,<br />

si tratta di due visi visti di profilo. Nulla si è mosso nella figura,<br />

e neppure voi vi siete mossi, salvo il fuoco dell’attenzione.<br />

In sostanza tutto dipende da dove avete messo il pieno<br />

e il vuoto: tra le due linee o fuori di esse. Se è dentro le linee,<br />

come per incanto compare il vaso; ma se il pieno viene spostato<br />

ai lati del disegno, ecco che compaiono i profili. Supponiamo<br />

che, continuando a guardare con intens<strong>it</strong>à questo passaggio,<br />

questa kinesis, voi riusciate per un istante a tenervi<br />

nel bilico di questo passaggio stesso: ecco che avreste fatto<br />

l’esperienza di ciò che qui chiamiamo oscillazione; cioè del<br />

darsi insieme della cosa e del suo analogon, nel senso che l’una<br />

è immediatamente l’altra. Ecco che allora i visi sono un<br />

vaso, il lampo è la tenebra, e così via.<br />

17. Veniamo ora al secondo senso della dual<strong>it</strong>à: nel darsi insieme<br />

in una oscillazione essenziale le due «cose» si danno<br />

anche in una separazione essenziale. E bisogna sub<strong>it</strong>o notare<br />

che è proprio in forza di questa separazione che esse sono due<br />

cose, distinte e distinguibili. Non dobbiamo dunque pensare l’oscillazione<br />

come un «evento»; non esiste il fenomeno dell’oscillazione<br />

di per sé. L’oscillazione è piuttosto una condizione dell’evento:<br />

condizione indispensabile ma non sufficiente. Con la<br />

sola oscillazione l’evento, il fenomeno, non c’è; esso c’è in<br />

quanto, con l’oscillazione e nell’oscillazione, accade una separazione,<br />

una negazione e un’esclusione. Nell’esempio di prima: il<br />

pieno, non il vuoto (e viceversa).<br />

Se ci rifacciamo appunto a questo esempio, ciò che accade è<br />

che voi vedete dapprincipio il vaso (oppure i due visi). Solo in<br />

segu<strong>it</strong>o vi rendete conto, o potete rendervi conto, di questa oscillazione<br />

frastornante che lo psicologo ha creato apposta per prendervi<br />

al laccio e studiare come l’occhio percepisce le forme. All’inizio<br />

ognuno è indotto a una scelta, cade e accade in una scelta.<br />

La luna è un volto paffuto visto di faccia. Oppure è il profilo<br />

di due innamorati che si baciano. Fate voi.<br />

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