CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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Galileo lo sapeva: se Aristotele fosse ancora vivo, diceva ai<br />
suoi avversari «aristotelici», mi darebbe ragione. E Kant non<br />
nascondeva le sue meraviglie dì fronte alle gocce d’acqua osservate<br />
al microscopio. Ma ciò non toglie che lo scienziato<br />
faccia male a disinteressarsi del fallimento della filosofia e<br />
della sua incapac<strong>it</strong>à a divenire «scienza rigorosa». Contrariamente<br />
a ciò che pensa (o, più esattamente, al fatto che non<br />
ci pensa), quel fallimento lo riguarda in maniera diretta e profonda.<br />
Ora si comprende di quale crisi Husserl parla: essa non<br />
concerne l’attiv<strong>it</strong>à settoriale delle varie scienze, che è anzi in<br />
se stessa fiorente, ma riguarda l’idea generale di scientific<strong>it</strong>à.<br />
Questo è un problema eminentemente filosofico, ma la sua<br />
portata investe il senso e il fondamento della prassi scientifica,<br />
nella sua peraltro leg<strong>it</strong>tima pretesa di definirsi appunto<br />
come scientifica e cioè come razionale. Salvo che lo scienziato,<br />
chiuso com’è nelle sue specializzazioni settoriali, non ha<br />
la minima possibil<strong>it</strong>à di definire la scientific<strong>it</strong>à in quanto tale,<br />
cioè non ha idea di come si possa rispondere a domande che<br />
riguardino il carattere universalmente scientifico e cioè razionale<br />
della sua attiv<strong>it</strong>à.<br />
7. Che è scienza? Quando un sapere è rigorosamente scientifico,<br />
cioè razionale? Lo scienziato non lo sa. Lui bada, letteralmente,<br />
ai «fatti suoi»; bada cioè a leg<strong>it</strong>timarsi sulla base delle verifiche<br />
e dei riscontri fattuali. Bada ai «fatti concreti», come ama dire,<br />
r<strong>it</strong>enendo così di distinguersi dalle «astrazioni metafisiche». Ma<br />
proprio questo atteggiamento rivela il suo lim<strong>it</strong>e. Le mere<br />
scienze di fatti, osserva Husserl, creano meri uomini di fatto;<br />
cioè uomini poveri per una cultura povera, del tutto inadeguata<br />
ad affrontare i problemi dell’esistenza. D’altro canto, l’appello<br />
ai fatti non è un’asserzione fattuale; è proprio un’asserzione metafisica,<br />
e delle peggiori, dal momento che ignora persino di esserlo.<br />
Il fatto è che lo scienziato confonde il fatto con il senso. Io<br />
faccio scienza, egli dice, perché non dico cose inverificabili.<br />
Queste le lascio ai filosofi, ai poeti e all’uomo della strada. Faccio<br />
scienza perché ciò che dico trova nei fatti il suo aver senso.<br />
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