CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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gica» è coinvolta la parola, cioè il logos come apophainesthai<br />
di cui parlava Heidegger; sicché fenomeno, cosa e parola (quella<br />
parola che va appunto lasciata alla cosa ecc.) cost<strong>it</strong>utiscono<br />
un intreccio essenziale. Non è infatti la parola ciò che per sua<br />
natura manca sempre la cosa e manca della cosa? e che così facendo<br />
è appunto la parola nel suo rapporto essenziale e proficuo<br />
con la cosa? Nel parlare io dico esattamente quel che dico in<br />
quanto non lo dico. Tu mi comprendi solo se comprendi il fallimento<br />
cost<strong>it</strong>utivo del mio dire (che è poi la condizione che mi<br />
permette di dire e di avere parole, e non soltanto cose). Io dico:<br />
chiamate il bidello, per favore. Se però voi usc<strong>it</strong>e e prenotate<br />
all’agenzia un aereo per l’iperuranio, allora non mi avete cap<strong>it</strong>o.<br />
Non era «il» bidello che volevo; volevo questo nostro bidello.<br />
Sicché non bisogna dare retta alle parole per comprendere le parole;<br />
bisogna mettersi in uno sviamento da ciò che dicono «alla<br />
lettera», che è poi l’unico modo per ottenerne un «inviamento».<br />
L’essere fenomenologico della parola da la cosa proprio in<br />
quanto non la da, ma piuttosto la nasconde in un luogo inaccessibile<br />
che la rende irraggiungibile. E così appunto la da, aprendo<br />
l’accesso al «significato».<br />
C’è del professore in questa stanza, così come c’è dello studente<br />
o del bidello; ma è in quanto non c’è che posso dirlo e così<br />
dirigere a ciò che c’è, sottrarlo nel dire e così incontrarlo. Ma<br />
cosa c’è? direte voi. Volete forse che ripeta? «C’è del professore<br />
in questa stanza...». Siete un po’ duri d’orecchio? Il fatto è<br />
che non ho detto male; ho detto quel che c’era da dire. E così,<br />
nell’incontro col bidello ho incontrato quel che c’era da incontrare.<br />
Cioè il sottrarsi del fenomeno (della «cosa stessa»), il suo<br />
manifestarsi in presenza, proprio ed esattamente perché si manifestava.<br />
Sicché, proprio quando il fenomeno viene lasciato essere<br />
nella presenza, proprio quando viene portato alla presenza in<br />
quanto viene detto, viene «espresso» o «interpretato», indicato e<br />
mostrato, proprio allora il fenomeno si oscura. Questa però non<br />
è la catastrofe della fenomenologia, come dapprima ci sembrava,<br />
ma è la natura profonda della presenza e del suo rapporto con la<br />
cosa stessa, col fenomeno e con la parola fenomenologicamente<br />
intesi (cioè intesi bene).<br />
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