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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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l’accadere del fenomeno. Eppure è proprio la gestual<strong>it</strong>à della<br />

parola che consente tutte le descrizioni ed è essa che ancora ci<br />

consentirà di comprendere perché il fenomeno è il sapere che<br />

appare, nella duplice distinzione del saper come e del saper cosa.<br />

Allora quella genealogia o anamnesi genetica del fenomeno<br />

che abbiamo sin qui insegu<strong>it</strong>o si rivelerà come la genealogia<br />

stessa del gesto della voce, che è poi la prassi in cui si trova iscr<strong>it</strong>to<br />

tutto intero il nostro cammino, nonché tanta parte della<br />

nostra esperienza quotidiana.<br />

15. Stiamo dunque dicendo: non soltanto il fenomeno è il sapere<br />

che appare, ma più esattamente è la voce il sapere che appare. E<br />

se l’indicare è quell’articolazione originaria di cui già si è detto,<br />

allora la cosa si potrebbe mettere così: che nell’indicare si manifesta<br />

peculiarmente la prassi del saper come, mentre nella voce<br />

si manifesta la prassi del saper cosa. La voce allora è il fenomeno<br />

che appare, o, più sinteticamente, la voce è il fenomeno. Si<br />

potrebbe notare che solo un accento, un piccolo segno, ci divide<br />

qui dal t<strong>it</strong>olo del celebre libro di Derrida La voce e il fenomeno.<br />

Differenza quasi inapprezzabile e tuttavia probabilmente decisiva.<br />

Anticipando conclusioni che dovremo più concretamente incontrare<br />

in segu<strong>it</strong>o, si potrebbe aggiungere: la voce è il fenomeno<br />

perché è la voce che chiama al sapere. Ma è poi nel sapere<br />

che emergono le cose. E lì che accade il saper cosa in forza del<br />

quale è il sole che sorge all’orizzonte ed è il d<strong>it</strong>o ciò che il bambino<br />

afferra. Se non so cosa, sono muto come un pesce, o come<br />

un bambino infante. Nel sapere emergono le cose. Ciò significa<br />

anche: la voce chiama a sé il sé. E così chiama la «cosa stessa».<br />

E in questa chiamata che anche la traccia viene allora a se stessa.<br />

Il senso più dispiegato di queste ultime osservazioni è il seguente:<br />

poiché la voce, da un lato, chiama a sé il sé; e corrispettivamente<br />

a ciò, chiama a sé, dall’altro lato, la cosa come l’altro<br />

dal sé; allora la voce chiama alla distanza tra il sé e la cosa e<br />

traccia la differenza.<br />

È la voce che colloca nella distanza saputa, e non semplicemente<br />

ag<strong>it</strong>a nel senso del saper fare. In certo modo, dunque, tutti<br />

i fenomeni sono contenuti nella voce, poiché il loro senso<br />

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