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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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izza in quanto io vivo continuamente «dentro» il mondo, assumendo<br />

come pacifica la sua realtà e il senso della sua realtà. Opero<br />

in essa senza riflettere su di essa.<br />

La sospensione di questa «tesi» non mira a «dimostrare» alcunché:<br />

né che il mondo è una mia fantasia solipsistica, né che esso è<br />

un pensiero nella mente di Dio o altro ancora. La sospensione di<br />

ogni valid<strong>it</strong>à mondana mira invece a «mostrare», o per dir meglio<br />

a «lasciare che si mostri», il «fenomeno mondo», senza che nulla<br />

sia stato deciso o pre-deciso circa la sua esistenza o non esistenza,<br />

la sua material<strong>it</strong>à o spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à, la sua accidental<strong>it</strong>à o necess<strong>it</strong>à<br />

e così via.<br />

In compenso, la sospensione di ogni tesi preconcetta e l’accoglimento<br />

del farsi fenomeno del mondo nella sua dat<strong>it</strong>à libera e<br />

assoluta dispiega allo sguardo del fenomenologo, dell’uomo fattosi<br />

«spettatore disinteressato», il palesarsi o la scoperta di quella<br />

che, con una espressione herderiana, potremmo chiamare la<br />

«grotta delle meraviglie» della fenomenologia. Cioè il fenomeno<br />

della «correlazione universale». In una nota della Krisis Husserl<br />

ricorda che il tema della correlazione universale gli balenò davanti<br />

agli occhi già al tempo della stesura delle Ricerche logiche.<br />

Questo tema (che certo affascinò anche il giovane Heidegger,<br />

rendendogli quest’opera del maestro così suggestiva che, come<br />

sappiamo, non se ne poteva staccare) accompagnò Husserl per 35<br />

anni, cioè sino alla Krisis, quando gli riuscì di svolgerlo in modo<br />

convincente, sebbene non defin<strong>it</strong>ivo.<br />

Qui Husserl parla infatti dell’a-priori universale della correlazione:<br />

principio che governa il farsi fenomeno dei fenomeni. In<br />

termini generali si tratta della corrispondenza che collega coscienza<br />

e mondo. Tale correlazione è al fondo della intenzional<strong>it</strong>à,<br />

come comprese Heidegger, in quanto essere-nel-mondo o farsi<br />

mondo della coscienza e manifestarsi del mondo alla coscienza.<br />

Una volta compreso, una volta «visto» questo fondo, non è più<br />

possibile pensare il mondo o la coscienza in termini di fondamento<br />

o di realtà sostanziale. Al fondo sta la relazione e questo è<br />

il senso stesso del mondo-della-v<strong>it</strong>a, del suo farsi fenomeno «storico»<br />

della ver<strong>it</strong>à in un cammino di infin<strong>it</strong>a «approssimazione»,<br />

diceva Husserl, ovvero di infin<strong>it</strong>a «intepretazione», come dice<br />

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