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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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ché io dico che l’esigenza metodica della fenomenologia può<br />

trovare la sua realizzazione più alta e più vera solo in virtù di<br />

una comprensione «ermeneutica» della «cosa stessa». Ecco<br />

perché insisto sul carattere storico-destinale dell’essere, rispetto<br />

al quale il fungere trascendentale della coscienza «pura» cui<br />

Husserl si riferisce è solo un’indeb<strong>it</strong>a costruzione intellettualistica,<br />

derivata dallo gnoseologismo dualizzante del pensiero<br />

moderno (è caso mai questo che sarebbe da mettere tra parentesi,<br />

sebbene si tratti, anche in questo caso, di un invio storicodestinale<br />

dell’essere e non di un semplice «errore»).<br />

Il babilonese, o l’uomo antico, per esempio, incontra la luna<br />

in quanto ha il senso di una Dea. Di fatto, solo così può incontrarla.<br />

Ogni cosa infatti è incontrata all’interno di un senso<br />

complessivo dell’esistere, che è preliminare e orientativo rispetto<br />

al darsi di questo o quell’ente. Il babilonese non può incontrare<br />

satell<strong>it</strong>i e sistemi solari, così come noi non possiamo<br />

incontrare Dei. Sono queste premesse di senso a essere trascendentali<br />

rispetto alla visione, cioè a determinare i1 senso di<br />

ciò che osserveremo e incontreremo levando gli occhi al cielo.<br />

Il fenomeno «luna» viene incontro un<strong>it</strong>amente alla sua interpretazione,<br />

cioè alla espressione del punto di vista in base al<br />

quale viene incontrato; «in sé e per sé» non viene incontro affatto.<br />

Niente viene incontro, se non all’interno di una cost<strong>it</strong>utiva<br />

esperienza ermeneutica.<br />

Vediamo bene allora che le cosiddette «teorie» sono qualcosa<br />

di molto più essenziale e originario rispetto a ciò che Husserl<br />

ne pensava.<br />

Non sono meri rivestimenti tramandati che occultano chissà<br />

che cosa, ma appartengono cost<strong>it</strong>utivamente alla natura ermeneutica<br />

dell’esser-ci e del suo essere-nel-mondo. E questa natura<br />

poi non è originariamente atteggiata in senso conosc<strong>it</strong>ivo.<br />

Proprio qui Husserl è stato fuorviato dal suo «teoreticismo»; egli<br />

ha sempre prevalentemente pensato la correlazione universale<br />

coscienza-mondo a partire dal modello conosc<strong>it</strong>ivo delle<br />

scienze, anche se questo modello era ricondotto poi alle esperienze<br />

precategoriali e al senso generale del mondo-della-v<strong>it</strong>a.<br />

Il fatto è che l’incontro originario con l’ente è emozionale,<br />

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