CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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sofare in difesa della «ver<strong>it</strong>à» della scienza e delle sue «realtà»<br />
oggettive, eccolo che oscilla tra un ingenuo empirismo (ciò che<br />
dico è verificabile, è in accordo con i «fatti», non mi consento<br />
ipotesi «metafisiche») e la più sprovveduta delle metafisiche (la<br />
realtà vera è la natura obiettiva in sé e per sé, cioè sussistente al<br />
di là di ogni percezione soggettiva; una realtà, diceva già Hegel<br />
con malizia, che non ha né colore, né odore, né sapore e che nessuno<br />
potrebbe mai esperire).<br />
16. Il mondo prescientifico e quello scientifico sono in relazione<br />
perché l’uno è dentro l’altro. Il mondo scientifico nasce infatti da<br />
una prassi che sta nel primo e così crea delle obiettiv<strong>it</strong>à ideali che<br />
hanno nel primo le loro radici. Tutto chiaro allora? Assolutamente<br />
no. Questa relazione infatti, osserva Husserl, resta ambigua.<br />
Noi viviamo nel mondo-della-v<strong>it</strong>a per tutti alla mano, ma viviamo<br />
anche nel mezzo delle obiettiv<strong>it</strong>à ideali della scienza, che sono<br />
divenute nel tempo non meno alla mano. Sul piano della quotidian<strong>it</strong>à<br />
ci imbattiamo di continuo nelle obiettiv<strong>it</strong>à ideali e nei<br />
loro prodotti. Queste obiettiv<strong>it</strong>à sono poi un contenuto ovvio delle<br />
«idee» che abbiamo in testa, condizionando i nostri discorsi e<br />
le nostre opinioni. Scrive Husserl: «anche le ideal<strong>it</strong>à oggettive in<br />
sé si assommano alla struttura del mondo-della-v<strong>it</strong>a, le ineriscono<br />
in quanto orizzonti nuovi di possibili operazioni». Se è vero che<br />
il mondo-della-v<strong>it</strong>a entra nel laboratorio dello scienziato, è vero<br />
però anche l’inverso: il mondo della scienza e degli oggetti<br />
scientifici entra nella v<strong>it</strong>a. Esso diventa argomento di emozioni,<br />
passioni, volizioni, decisioni socio-pol<strong>it</strong>iche, discussioni etiche,<br />
scelte economiche, realizzazioni industriali; e poi della chiacchiera<br />
quotidiana e delle fantasie tecnologiche ovvero fantascientifiche.<br />
«Il modo d’essere di questi due mondi, dice Husserl, è enigmatico».<br />
Heidegger avrebbe detto che è enigmatico il loro «senso<br />
d’essere», sicché proprio la questione dell’essere è il fenomeno<br />
enigmatico per eccellenza. Il fatto che l’essere si dia a vedere<br />
nel modo della tecnica, la quale sottomette a sé ogni espressione<br />
del mondo-della-v<strong>it</strong>a, il senso nascosto di questo fatto «epocale»,<br />
ecco il «mistero» cui il pensiero è chiamato a corrispondere.<br />
Husserl non dice una cosa molto diversa quando scrive: «Le o-<br />
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