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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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possono attingere leggi e causal<strong>it</strong>à obiettive: esse non sono<br />

«nomotetiche», ma soltanto «idiografìche», cioè relative al<br />

fenomeno singolo e irripetibile. Lo storico può bensì spiegarci<br />

le molte ragioni soggettive e oggettive che indussero Cesare<br />

a passare il Rubicone e che determinarono la guerra civile<br />

a Roma; ma non può trarre di qui alcuna conoscenza esatta<br />

che sia pred<strong>it</strong>tiva per il futuro, non può darci la legge delle rivoluzioni<br />

pol<strong>it</strong>iche, come l’astronomo ci da la legge delle rivoluzioni<br />

dei pianeti.<br />

Affascinati dai successi delle scienze naturali, anche gli<br />

scienziati delle scienze dello spir<strong>it</strong>o hanno nondimeno tentato<br />

di applicare nel loro amb<strong>it</strong>o il metodo della obiettiv<strong>it</strong>à. Già<br />

Hobbes, del resto, al tempo suo voleva ricondurre le discipline<br />

morali, cioè antropologico-sociali, al metodo della geometria<br />

euclidea. Per più di due secoli ci si è illusi di poter spiegare<br />

l’individuo storico-fattuale facendo uso degli stessi procedimenti<br />

sperimentali ed esatti che hanno condotto le scienze<br />

naturali a risultati senza dubbio straordinari. Ma l’es<strong>it</strong>o è<br />

stato scarso o addir<strong>it</strong>tura fallimentare. Perché questo complessivo<br />

fallimento (cui le scienze dello spir<strong>it</strong>o non sembrano<br />

affatto intenzionate, peraltro, a rassegnarsi)?<br />

Esso è dovuto, dice Husserl, a un errore teorico ben preciso,<br />

errore che opera nascostamente predeterminando sin dall’inizio<br />

il senso delle nostre ricerche. Noi infatti parliamo, come di cosa<br />

ovvia, come se dicessimo una ver<strong>it</strong>à incontrovertibile e pacifica,<br />

della sfera dei fenomeni naturali e della sfera dei fenomeni spir<strong>it</strong>uali.<br />

Così facendo, però, ci siamo incamminati per una via<br />

sbagliata, impostando il problema in modo da rendercelo irresolubile.<br />

Dove sarebbero infatti queste due «sfere»? Forse che noi<br />

le abbiamo davanti agli occhi ben distinte, con le loro proprietà<br />

e i loro peculiari fenomeni? A guardar bene, di sfere ne abbiamo<br />

solo una: quella dei cosiddetti fenomeni naturali. Ma come<br />

poi l’abbiamo? Solo attraverso uno specifico atto di astrazione.<br />

E lo scienziato naturalista a fare metodicamente astrazione da<br />

ogni altro dato dell’esperienza che non sia riducibile alla pura<br />

oggettiv<strong>it</strong>à naturale. Come è chiaro, qui Husserl sta prendendo<br />

alla radice il tradizionale problema del «dualismo cartesiano<br />

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