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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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qui uno iato, una mancanza. Tutt’al più egli direbbe che quelle<br />

ideal<strong>it</strong>à sono «implic<strong>it</strong>e» nell’esperienza precategoriale, ripetendo<br />

così la mental<strong>it</strong>à scientifica che sta cr<strong>it</strong>icando. Non<br />

sospetta nemmeno che tra l’agrimensura e la geometria (per<br />

così dire o esemplificare) si ponga una pratica di scr<strong>it</strong>tura<br />

che, idealizzando gli «elementi» nelle «lettere», nelle «linee»<br />

e nei «punti», ist<strong>it</strong>uisce una nuova categoria di oggetti, un<br />

nuovo senso della ver<strong>it</strong>à e un nuovo modo di atteggiarsi del<br />

pensiero. Non può sospettarlo perché Husserl ha della scr<strong>it</strong>tura<br />

la medesima opinione che Platone nutrì e insegnò a tutto<br />

l’Occidente: operazione economica che mette la voce in frigorifero<br />

affinchè altri la possa scongelare e intendere quando<br />

il locutore originario non c’è più. Quel che egli ha «visto» e<br />

«sa» potrà allora trasmettersi «storicamente», sempre peraltro<br />

correndo il rischio della alienazione nella «lettera» e della superstizione<br />

ideologica.<br />

Ma la scr<strong>it</strong>tura è ben altro da una semplice operazione economica,<br />

o da una «isteria» dell’anima caduta nel corpo per<br />

poter agire nella v<strong>it</strong>a mondana, correndovi un rischio di morte.<br />

E solo attraverso una determinata pratica di scr<strong>it</strong>tura che si<br />

rendono visibili, e vengono all’esistenza, i concetti, le figure e le<br />

ideal<strong>it</strong>à geometriche (delle cui differenze si dovrebbe dare inoltre<br />

una rispettiva genealogia). È questa pratica, e non perché Euclide<br />

avesse nel cervello un bozzo in più, che profila il mondo in<br />

forma geometrica e che nel contempo atteggia i soggetti di quella<br />

scr<strong>it</strong>tura come soggetti geometrici. In questo come in ogni altro<br />

caso dell’esperienza il soggetto è un rimbalzo e un risultato<br />

della prassi gestuale che gli da luogo e lo fa venire al mondo.<br />

Sicché con la scr<strong>it</strong>tura alfabetica e con la scr<strong>it</strong>tura geometrica<br />

nasce un nuovo luogo del soggetto e della connessa ver<strong>it</strong>à panoramica.<br />

In quanto «buoni europei» noi siamo tuttora i rimbalzati<br />

di questa prassi, di questa scr<strong>it</strong>tura come trascrizione della voce<br />

e sua «purificazione» soprasensibile. E quanto ancora ci accade<br />

non appena varchiamo la soglia della scuola elementare: qui<br />

nessuno ci chiede di concentrarci sull’idea di triangolo (cosa insensata<br />

e impossibile); più concretamente ci pongono tra le d<strong>it</strong>a<br />

una mat<strong>it</strong>a e, guidandoci la mano, ci fanno disegnare la figura:<br />

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