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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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Husserl rivolge alla mental<strong>it</strong>à scientifica corrente. Da un lato egli<br />

rileva che l’intero complesso delle valid<strong>it</strong>à prelogiche, delle evidenze<br />

direttamente emergenti dal mondo-della-v<strong>it</strong>a, non è mai<br />

stato indagato in modo sistematicamente consapevole; questo è<br />

poi il comp<strong>it</strong>o nuovo e diverso che una scienza del mondo-dellav<strong>it</strong>a<br />

deve assumere su di sé. Da un altro lato condanna la riduzione<br />

di queste valid<strong>it</strong>à, utilizzate ma mai indagate, all’unico modello<br />

della ver<strong>it</strong>à logico-obiettiva; arb<strong>it</strong>rio che conduce la scienza alle<br />

superstizioni del naturalismo obiettivistico.<br />

Resta da capire «come realizzare questa diversa scientific<strong>it</strong>à».<br />

Essa dovrà essere una scientific<strong>it</strong>à «defin<strong>it</strong>ivamente fondante e la<br />

più alta nella scala dei valori». Due requis<strong>it</strong>i che si spiegano da<br />

soli. Col primo si allude al fondamento sorgivo di tutte le evidenze,<br />

dal quale derivano le conoscenze successive e il loro specifico<br />

valore di ver<strong>it</strong>à. Col secondo si allude a una scienza che, lungi<br />

dall’ignorare i «valori», sia in grado di affrontare i problemi del<br />

senso e del senso del senso, come li chiamammo: problemi che<br />

non si lim<strong>it</strong>ano agli scopi ristrettamente conosc<strong>it</strong>ivi delle scienze<br />

comuni, ma che investono le final<strong>it</strong>à ultime del vivere e tutte le<br />

credenze religiose, pol<strong>it</strong>iche, sociali ecc. sinora coltivate sulla<br />

base di evidenze malcerte e di pregiudizi. Cioè sulla base di convinzioni<br />

di fatto, povere però di universal<strong>it</strong>à e quindi di effettiva<br />

razional<strong>it</strong>à. L’autentica scientific<strong>it</strong>à fenomenologica non può disinteressarsi,<br />

come sappiamo, dei problemi che concer-nono<br />

l’intero destino storico-esistenziale dell’uomo e quindi il senso<br />

ultimo della sua v<strong>it</strong>a in quanto v<strong>it</strong>a «umana».<br />

Resterebbe nondimeno da chiarire, potrebbe osservare Heidegger,<br />

che cosa ci autorizza a pensare che le valid<strong>it</strong>à prelogiche alle<br />

quali Husserl si appella siano di tal natura da poter essere adeguatamente<br />

comprese e attinte in un atteggiamento «teoreticodescr<strong>it</strong>tivo»<br />

qual è quello che la fenomenologia persegue; in che<br />

modo esse siano preliminarmente da considerarsi congrue rispetto<br />

a uno sguardo che si atteggia «scientificamente», comunque<br />

questa scientific<strong>it</strong>à venga poi intesa.<br />

13. Che sono mai queste evidenze prescientifiche alle quali Husserl<br />

fa sempre riferimento? A prima vista, egli dice, la questione<br />

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