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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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do dell’esperienza cost<strong>it</strong>utivamente ambiguo e oscuro, dove<br />

l’un<strong>it</strong>à si presenta nella sembianza del due e la dual<strong>it</strong>à nella sembianza<br />

dell’uno. Di qui il pathos e l’emozione del vivere che invia<br />

e che svia, che stimola al possesso e insieme lo sottrae, che<br />

promette la «cosa» e sempre di nuovo la rinvia. Il modello «analogico»<br />

sarebbe così un duplicato di questo mondo, ma stabile,<br />

affidabile e tranquillo. In questo modo però, come direbbe Heidegger,<br />

la metafisica stima non troppo, ma troppo poco la cosiddetta<br />

realtà metafisica; essa la pensa appunto come una «cosa»,<br />

o come un essere assoluto, però sottratti fantasticamente alle<br />

ambigu<strong>it</strong>à dell’esperienza. E stima troppo poco l’esperienza<br />

stessa, la profond<strong>it</strong>à del problema del senso che di continuo la<br />

attraversa, il suo enigma e il suo mistero. Con Nietzsche (ma anche<br />

con Wh<strong>it</strong>ehead) si potrebbe dire: il suo fascino tragico, che<br />

non esclude, ma anzi comporta, le sue estasi di gioia.<br />

In ogni caso la fenomenologia non può far propria alcuna «visione<br />

del mondo» consolatoria o alcuna ideologia tranquillizzante.<br />

Essa si attiene all’esperienza, a ciò che in essa «pos<strong>it</strong>ivamente»<br />

si da. Sicché l’«analogon» di cui qui parliamo è solo un modo<br />

per alludere alla duplic<strong>it</strong>à essenziale dell’evento. Di essa abbiamo<br />

forn<strong>it</strong>o una prima espressione con la frase: la presenza è<br />

l’analogon di sé. Ora però dobbiamo procedere a un ulteriore<br />

approfondimento. Cercheremo di ottenerlo assumendo a tema la<br />

parola «fenomeno»: una di quelle appunto sulle quali chiedevamo<br />

a noi stessi un chiarimento. Che cosa è detto e pensato quando<br />

diciamo «fenomeno»? Abbiamo parlato della relazione tra<br />

presenza e cosa stessa; come gioca, in riferimento a questa relazione,<br />

il fenomeno? Che cos’è il fenomeno rispetto alla presenza<br />

e alla cosa?<br />

14. Secondo la definizione canonica, fenomeno è tutto ciò<br />

che appare in quanto appare. Husserl aggiungerebbe: e nei lim<strong>it</strong>i<br />

in cui appare. Ricordiamo l’esempio famoso del dado: appaiono<br />

tre facce; le altre tre no; però appare un dado nelle tre<br />

facce che appaiono, e non tre facce sospese nel vuoto; quindi<br />

anche le tre facce nascoste in qualche modo appaiono, sebbene<br />

non siano percep<strong>it</strong>e nello stesso modo delle prime, e si tratta di<br />

comprendere come e perché. Quindi: fenomeno è tutto ciò che<br />

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