CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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pronto a trasferire quei «risultati» in un computer, così che possa<br />
finalmente «parlare». Nessuno più si sentirà solo. Basta che<br />
acquisti un computer, anche a rate. Anzi, l’espressione giusta, in<br />
questo caso, è «a comode rate»: c’è un’area cerebrale che presiede<br />
anche a questo.<br />
Ora, i greci non sapevano tutte queste cose, sebbene, come si<br />
sa, parlassero moltissimo o addir<strong>it</strong>tura troppo. Per capire che<br />
cosa risuonava nella parola «logos» dobbiamo tenere lontane<br />
tutte le idee preconcette che nutriamo al riguardo. Noi, dice<br />
Heidegger, pensiamo che «logos» sia equivalente a discorso,<br />
ragione, giudizio, concetto, definizione, asserzione e anche fondamento:<br />
tutte cose bellissime e importanti, ma anche svianti se<br />
le riferiamo alle nostre teorie linguistiche, semiotiche, comunicativo-sociali,<br />
psicofisiologiche, cibernetiche ecc. Anz<strong>it</strong>utto<br />
dobbiamo sforzarci di pensare alla cosa stessa che dirige la manifestazione<br />
del «logos», così come i greci la intesero, e questa<br />
è semplicemente il render palese e manifesto («deloun»): palesare<br />
ciò di cui nel discorso si discorre. «Logos» ha sì a che fare<br />
col discorrere e col discorso (la nostra comune traduzione è a<br />
suo modo «esatta»), ma in quanto il discorrere ha la potenza di<br />
manifestare ciò di cui si discorre, cioè di renderlo evidente e palese.<br />
Il discorso non è perciò in prima istanza un sistema strutturale<br />
di segni, o un codice semiotico per scambiarsi dei messaggi.<br />
Questa ingenua metafisica del codice, che crede di non essere<br />
metafisica, ma «scientifica», perché ha sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o al «soggetto»<br />
l’«em<strong>it</strong>tente» (e il «ricevente»), non è migliore della metafisica<br />
«spir<strong>it</strong>ualistica» delle linguistiche romantiche.<br />
Discorrere significa originariamente «apophainesthai», dice<br />
Heidegger, e sub<strong>it</strong>o si vede che il «phainomenon» torna in ballo:<br />
lasciar vedere qualcosa, lasciarlo appalesare, a partire da ciò di<br />
cui si discorre («apo») per chi discorre. Il discorrere è così colto<br />
nella sua illuminazione sorgiva; per esempio come sarebbe esper<strong>it</strong>o<br />
da un infante che per la prima volta coglie il significato di<br />
una parola. Il discorso è questa potenza originaria di dire le cose<br />
e farle così apparire come cose nel discorso e del discorso. Solo<br />
in segu<strong>it</strong>o diverrà un semplice mezzo comunicativo, un sistema<br />
di gettoni di scambio. Solo eccezionalmente poi lo reincontria-<br />
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