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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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Il prezzo pagato dalla scienza ha avuto però un corrispettivo<br />

«pratico» altamente pos<strong>it</strong>ivo. Prendendo sul serio il metodo come<br />

prassi, senza affannarsi punto sulla sua fondazione razionale<br />

ultima, la scienza ha cap<strong>it</strong>o molto presto che se tale metodo doveva<br />

essere la trascrizione della voce pura e universale che dice<br />

la ver<strong>it</strong>à in sé per tutti, allora i segni delle parole e della scr<strong>it</strong>tura<br />

corrente non andavano bene per questa trascrizione. È lo stesso<br />

problema in cui si imbattè Husserl nelle Ricerche logiche:<br />

l’ideal<strong>it</strong>à logica, cioè la grammatica logica pura, non coincide<br />

affatto con la grammatica empirica e «corposa» dei linguaggi<br />

storicamente parlati e scr<strong>it</strong>ti dagli uomini, linguaggi entro i quali<br />

essi comunemente pensano e ragionano. La stessa cosa comprese<br />

W<strong>it</strong>tgenstein, ma già dal tempo di Leibniz, come si sa, la logistica<br />

si era messa in cammino per costruirsi una sua scr<strong>it</strong>tura ideale,<br />

funzionale alle operazioni logiche e non ai discorsi, mediante<br />

la quale si potesse calcolare e prevedere, non discutere e<br />

disputare.<br />

In tal modo la prassi scientifica, procedendo con i suoi strumenti<br />

convenzionali e costruttivistici, ossia «logici» in questo<br />

senso, è pervenuta a sfondare l’involucro stesso della metafisica.<br />

Non certo perché gli scienziati si siano posti in condizione di<br />

pensare e di comprendere adeguatamente la metafisica, cioè la<br />

loro stessa storia, né in forza dei loro fieri convincimenti antimetafisici,<br />

che di per sé sono solo parodistici; ma perché essi da<br />

un lato hanno mostrato di poter procedere ai loro scopi nonostante<br />

la metafisica che portavano ancora inconsapevolmente in<br />

sé; dall’altro hanno posto un bel rompicapo al pensiero filosofico:<br />

come fosse possibile che una prassi largamente infondata e<br />

irrazionale, incapace di autogiustificazione e fondazione ultimativamente<br />

razionale, potesse nondimeno aver successo, e quale<br />

successo.<br />

Così il problema del metodo coincide infine con l’esigenza di<br />

un chiarimento radicale delle scr<strong>it</strong>ture che hanno determinato il<br />

destino «razionale» dell’Europa e la fenomenologia, il cui metodo<br />

e la cui scuola sono tramontate, ma il cui problema è ancora<br />

tutto da pensare, come diceva Heidegger, si presenta come il<br />

luogo ideale di un tale chiarimento. In questo senso possiamo<br />

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