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CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

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Queste cosmologie mostravano di essere a loro modo consapevoli<br />

del legame essenziale che unisce il corpo vivente e il mondo<br />

ed erano più fedeli e più vicine all’esperienza originaria che<br />

non tutta la nostra moderna scienza obiettivistica; la quale peraltro<br />

«funziona»: il che (già osservava Husserl) è non piccolo<br />

problema di pensiero.<br />

4. Il corpo è ciò che è già sempre penetrato dal mondo, che vi<br />

ha portato la sua v<strong>it</strong>a e la sua morte, la sua luce e le sue tenebre.<br />

Il mio più riposto dentro è nel contempo fuori, nel mondo. È in<br />

base a questo fatto che io posso sezionare il cervello e le interiora<br />

e mostrarli come «cose» sul tavolo anatomico. Ma non posso<br />

mostrare i pensieri e i dolori viscerali, e neppure le intenzioni di<br />

colui che seziona.<br />

In quanto inscindibilmente connesso col mio corpo sono<br />

«dentro» di lui; che però è «fuori» nel mondo. Ho sempre il di<br />

fuori dentro di me. In questo senso diciamo, per esempio, che<br />

«cadiamo» malati: la malattia mi prende nel corpo, nel mio dentro;<br />

eppure essa mi accade, prendendomi palesemente dal di<br />

fuori. Sto sempre fuori di me stando nel corpo; che perciò è un<br />

fuori che mi contiene in maniera essenziale e cost<strong>it</strong>utiva. Dove<br />

sono infatti io se non nel mio corpo? Come altrimenti sarei raggiungibile<br />

da un altro e persino da me stesso? A che si deve<br />

guardare per capirmi se non al mio corpo, alle sue ; gestual<strong>it</strong>à,<br />

alle sue «espressioni»?<br />

Possiamo interrompere qui questo abbozzo di una fenomenologia<br />

del corpo in cui nulla è stato detto (secondo l’avvertimento<br />

metodico di Heidegger) che non fosse direttamente «incontrato».<br />

Ne sappiamo abbastanza per procedere nel nostro<br />

cammino. Volevamo una prima risposta generale alla domanda:<br />

il corpo, come mi è dato? E ciò allo scopo di rintracciare la<br />

traccia e cogliere quella fend<strong>it</strong>ura originaria che ci da il mondo.<br />

Il corpo ci ha fatto da guida, ma ora dobbiamo chiedere di più.<br />

Incontriamo il corpo entro una fondamentale «ambigu<strong>it</strong>à» (come<br />

avrebbe detto Merleau-Ponty): il corpo sta e non sta nel<br />

mondo, così come l’io sta e non sta nel corpo. C’è un dentrofuori<br />

affetto da una cost<strong>it</strong>utiva oscillazione. Ma come si delim<strong>it</strong>a,<br />

come si descrive questo corpo oscillante? Come emergono<br />

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