CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
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dia Br<strong>it</strong>annica. Non si poteva che compiacersi dell’onore<br />
toccato alla scuola e del successo pubblico che veniva incontrando.<br />
Tuttavia Heidegger dice che non si può considerare<br />
la fenomenologia come una normale scuola o corrente fìlosofica;<br />
ridarla a questo vuoi dire perdere il senso della sua nov<strong>it</strong>à<br />
e il mistero della sua apparizione, e quindi il nucleo della<br />
sua «possibil<strong>it</strong>à».<br />
Infatti Heidegger dice anche che la fenomenologia può<br />
tranquillamente tramontare come corrente «di moda», come<br />
infatti è accaduto. Divenuta un «fatto culturale», la fenomenologia<br />
ha influenzato non poco le lettere, le arti, le scienze e<br />
la pol<strong>it</strong>ica. Ha invaso i salotti mondani e riemp<strong>it</strong>o di sé le riviste<br />
e i giornali, specializzati e non. Poi, come ogni altro<br />
evento culturale, toccata l’acme, ha fatalmente cominciato a<br />
declinare e a passare di moda. Sarebbe interessante capire<br />
che cosa c’è dietro quel «fatalmente»: che cosa c’è di strutturalmente<br />
connesso a una dottrina filosofica per cui essa, in<br />
forza del suo stesso successo, genera sazietà e tramonta (magari<br />
consegnandosi per altro verso alla sovratemporal<strong>it</strong>à della<br />
storia e di qui a innumerevoli r<strong>it</strong>orni); e che cosa, per altro<br />
verso, è dovuto alla congen<strong>it</strong>a stupid<strong>it</strong>à e superficial<strong>it</strong>à delle<br />
persone che frequentano la cultura per «nutrirsene» senza<br />
produrla (anche quando credono di farlo, se non altro perché<br />
sono professori, scr<strong>it</strong>tori o pubblicisti) né sapere che significhi<br />
produrla, cioè senza frequentarla come esigenza di v<strong>it</strong>a e<br />
di personale domanda, ma piuttosto riducendola appunto a<br />
un fatto di «moda», come la pizza all’<strong>it</strong>aliana a Parigi o la<br />
nuova cucina francese a Milano. In ogni caso, dice Heidegger,<br />
tutto ciò interessa poco, o nulla del tutto. Infatti nel suo<br />
germe la fenomenologia non è una corrente filosoficoculturale;<br />
perciò questo germe non può tramontare con l’andare<br />
e venire della moda, con i suoi flussi e riflussi.<br />
Con che ha a che fare, allora, questo germe o questa essenza<br />
della fenomenologia se la storia e la cronaca della cultura<br />
non possono infine riguardarla? Heidegger lo dice chiaramente:<br />
essa ha a che fare con la «cosa» e la «questione» (Sache)<br />
del pensiero, cioè con la loro «apparizione». Ma questa<br />
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