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La Sacra Bibbia (Giovanni Diodati) - Un poisson dans le net

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15:23—16:11 S. Luca 1342<br />

23 stitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. Portate<br />

fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e ral<strong>le</strong>griamo-<br />

24 ci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era<br />

25 perduto ed è stato ritrovato. E si misero a fare grande festa. Or il<br />

suo figlio maggiore era nei campi; e come ritornava e giunse vicino<br />

26 a casa, udì la musica e <strong>le</strong> danze. Chiamato allora un servo, gli<br />

27 domandò cosa fosse tutto ciò. E quello gli disse: È tornato tuo<br />

fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo<br />

28 ha riavuto sano salvo. Udito ciò, egli si adirò e non vol<strong>le</strong> entrare;<br />

29 allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. Ma egli, rispose al<br />

padre e disse: Ecco, son già tanti anni che io ti servo e non ho mai<br />

trasgredito alcun tuo comandamento, eppure non mi hai mai dato<br />

30 un capretto per far festa con i miei amici. Ma quando è tornato<br />

questo tuo figlio, che ha divorato i tuoi beni con <strong>le</strong> meretrici, tu hai<br />

31 ammazzato per lui il vitello ingrassato Allora il padre gli disse:<br />

32 Figlio, tu sei sempre con me, e ogni cosa mia è tua. Ma si doveva<br />

fare festa e ral<strong>le</strong>grarsi perché questo tuo fratello era morto ed è<br />

tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato“.<br />

16 Or egli disse ancora ai suoi discepoli: Vi era un uomo ricco che<br />

aveva un fattore; e questi fu accusato davanti a lui di dissipare i<br />

2 suoi beni. Allora egli lo chiamò e gli disse: Che cosa è questo che<br />

sento dire di te? Rendi ragione della tua amministrazione, perché<br />

3 tu non puoi più essere mio fattore. E il fattore disse fra se stesso:<br />

Che farò ora, dato che il mio padrone mi toglie l’ amministrazione?<br />

4 A zappare non son capace, e a mendicare mi vergogno. Io so cosa<br />

fare affinché, quando io sarò rimosso dall’ amministrazione, mi<br />

5 accolgano nel<strong>le</strong> loro case Chiamati dunque ad uno ad uno i debitori<br />

del suo padrone, disse al primo: Quanto devi al mio padrone?<br />

6 Quello rispose: Cento bati di olio. Allora egli gli disse: Prendi la<br />

7 tua ricevuta, siedi e scrivi subito cinquanta. Poi disse ad un altro:<br />

e tu quanto devi. Ed egli disse: Cento cori di grano. Allora egli<br />

8 gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. Il padrone lodò<br />

il fattore disonesto, perché aveva agito con avvedutezza, poiché i<br />

figli di questo mondo, nella loro generazione, sono più avveduti dei<br />

9 figli della luce. Or io vi dico: Fatevi degli amici con <strong>le</strong> ricchezze<br />

ingiuste perché, quando esse verranno a mancare, vi ricevano nel<strong>le</strong><br />

10 dimore eterne. Chi è fede<strong>le</strong> nel poco, è fede<strong>le</strong> anche nel molto;<br />

11 e chi è ingiusto nel poco, è ingiusto anche nel molto. Se dunque<br />

voi non siete stati fedeli nel<strong>le</strong> ricchezze ingiuste, chi vi affiderà <strong>le</strong>

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