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La Sacra Bibbia (Giovanni Diodati) - Un poisson dans le net

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8:18—33 Giosuè 318<br />

18 città aperta e inseguirono Israe<strong>le</strong>. Allora l’ Eterno disse a Giosuè:<br />

Stendi la lancia che hai in mano verso Ai, perché io te la darò<br />

nel<strong>le</strong> mani. E Giosuè stese la lancia che aveva in mano verso la<br />

19 città. Come egli ebbe steso la mano, gli uomini in agguato si<br />

<strong>le</strong>varono in fretta dal loro posto, entrarono nella città, la presero,<br />

20 e si affrettarono a darla al<strong>le</strong> fiamme. Quando gli uomini di Ai si<br />

voltarono indietro, ecco, essi videro il fumo della città che saliva al<br />

cielo; e non vi fu per loro alcuna possibilità di fuggire né da una<br />

parte né dall’ altra, perché il popolo che fuggiva in direzione del<br />

21 deserto si voltò contro quei che lo inseguivano. Infatti, quando<br />

Giosuè e tutto Israe<strong>le</strong> videro che gli uomini in agguato avevano<br />

preso la città e che il fumo della città si alzava in alto, tornarono<br />

22 indietro e batterono gli uomini di Ai. Anche gli altri uscirono<br />

dalla città contro di loro; così quelli di Ai si trovarono intrappolati<br />

in mezzo al<strong>le</strong> forze d’ Israe<strong>le</strong>, avendo gli uni da un lato e gli atri<br />

dall’ altro; e li batterono finché non rimase più alcun superstite<br />

23 o fuggiasco. Ma il re di Ai lo presero vivo e lo condussero da<br />

24 Giosuè. Quando Israe<strong>le</strong> ebbe finito di uccidere tutti gli abitanti<br />

di Ai nella campagna e nel deserto dove essi lo avevano inseguito,<br />

e furono tutti passati a fil di spada finché furono tutti sterminati,<br />

25 tutto Israe<strong>le</strong> tornò verso Ai e la mise a fil di spada. Tutti quei che<br />

caddero in quel giorno, uomini e donne, furono dodicimila, tutta<br />

26 la gente di Ai. Giosuè non ritirò la mano che brandiva la lancia,<br />

27 finché non ebbe sterminato tutti gli abitanti di Ai. Israe<strong>le</strong> prese<br />

per se soltanto il bestiame e il bottino di quella città, secondo l’<br />

28 ordine che l’ Eterno aveva dato a Giosuè. Così Giosuè arse Ai e<br />

la ridusse a un cumulo di rovine per sempre, una desolazione fino<br />

29 a questo giorno. Fece quindi appendere il re di Ai ad un albero e<br />

ve lo lasciò fino alla sera; al tramonto del so<strong>le</strong>, Giosuè ordinò che<br />

il suo cadavere fosse calato dall’ albero, fosse gettato all’ ingresso<br />

della porta della città e vi ammassarono sopra un grande mucchio<br />

30 di pietre, che rimane fino ad oggi. Allora Giosuè edificò un altare<br />

31 all’ Eterno, il DIO d’ Israe<strong>le</strong>, sul monte Ebal, come Mosè, servo<br />

dell’ Eterno, aveva comandato ai figli d’ Israe<strong>le</strong>, come sta scritto<br />

nel libro della <strong>le</strong>gge di Mosè, un altare di pietre intatte sul<strong>le</strong> quali<br />

nessuno aveva passato alcun strumento di ferro; poi su di esso<br />

offrirono olocausti all’ Eterno e fecero sacrifici di ringraziamento.<br />

32 Là Giosuè scrisse su pietre una copia della <strong>le</strong>gge, che Mosè aveva<br />

33 scritto in presenza dei figli d’ Israe<strong>le</strong>. Tutto Israe<strong>le</strong>, tanto gli

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