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La Sacra Bibbia (Giovanni Diodati) - Un poisson dans le net

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43:28—44:16 Isaia 944<br />

28 ha peccato e i tuoi maestri si sono ribellati a me. Perciò ho reso<br />

contaminati i capi del santuario, ho votato Giacobbe allo sterminio<br />

e Israe<strong>le</strong> agli obbrobri.<br />

44 Ora ascolta, o Giacobbe mio servo, o Israe<strong>le</strong>, che io ho scelto!<br />

2 Così dice l’ Eterno che ti ha fatto e ti ha formato fin dal seno<br />

materno, colui che ti aiuta: Non temere, o Giacobbe mio servo, o<br />

3 Jeshurun che io ho scelto! Poiché io spanderò acqua sull’ assetato<br />

e ruscelli sulla terra arida; spanderò il mio Spirito sulla tua proge-<br />

4 nie, e la mia benedizione sui tuoi discendenti. Essi cresceranno in<br />

5 mezzo all’ erba come salici lungo corsi d’ acqua. L’ uno dirà: Io<br />

sono dell’ Eterno; l’ altro si chiamerà col nome di Giacobbe, e un<br />

altro scriverà sulla sua mano: Dell’ Eterno, e si onorerà di portare<br />

6 il nome d’ Israe<strong>le</strong>. Così dice l’ Eterno, il re d’ Israe<strong>le</strong> e suo Redentore,<br />

l’ Eterno degli eserciti: Io sono il primo e sono l’ ultimo,<br />

7 e all’ infuori di me non c’ è DIO. Chi è come me? Lo proclami<br />

pure, lo dichiari e ne fornisca <strong>le</strong> prove davanti a me da quando<br />

ho stabilito questo popolo antico. Annuncino loro <strong>le</strong> cose che av-<br />

8 verranno e gli avvenimenti che avranno luogo. Non spaventatevi,<br />

non temete! Non te l’ ho forse annunciato e dichiarato da tempo?<br />

Voi siete miei testimoni. C’ è forse un Dio all’ infuori di me? Non<br />

9 c’ è altra Rocca; non ne conosco alcuna. Quelli che fabbricano<br />

immagini scolpite sono tutti vanità; <strong>le</strong> loro cose più preziose non<br />

giovano a nulla; i loro propri testimoni non vedono né compren-<br />

10 dono, per cui saranno coperti di vergogna. Chi fabbrica un dio o<br />

11 fonde un’ immagine scolpita senza averne alcun vantaggio? Ecco<br />

tutti i compagni di ta<strong>le</strong> persona saranno confusi; gli artigiani stessi<br />

non sono che uomini. Si radunino tutti, si presentino. Saranno<br />

12 spaventati e svergognati insieme. Il fabbro con <strong>le</strong> tenaglie lavora<br />

il ferro sul<strong>le</strong> braci, gli dà la forma col martello e lo rifinisce col suo<br />

braccio vigoroso soffre la fame e la sua forza viene meno non beve<br />

13 acqua e si stanca. Il fa<strong>le</strong>gname stende il regolo, disegna l’ idolo<br />

con la matita, lo lavora con lo scalpello, lo misura col compasso e<br />

ne fa una figura umana, una bella forma di uomo, perché rimanga<br />

14 in una casa. Egli taglia per sé dei cedri, prende un cipresso o<br />

una quercia che lascia crescere vigorosi fra gli alberi della foresta;<br />

15 egli pianta un frassino che la pioggia fa crescere. Questo serve<br />

all’ uomo per bruciare; egli ne prende una parte per riscaldarsi e<br />

accende il fuoco per cuocere il pane; ne fa pure un dio e l’ adora, ne<br />

16 fa un’ immagine scolpita, davanti alla qua<strong>le</strong> si prostra. Ne brucia

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