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La Sacra Bibbia (Giovanni Diodati) - Un poisson dans le net

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1445 Fatti degli Apostoli 26:23—27:10<br />

grandi, non dicendo nient’ altro se non ciò che i profeti e Mosè<br />

dissero che doveva avvenire, cioè: che il Cristo avrebbe sofferto e 23<br />

che, essendo il primo a risuscitare dai morti, avrebbe annunziato la<br />

luce al popolo e ai gentili. Ora, mentre Paolo diceva queste cose a 24<br />

sua difesa, Festo disse ad alta voce: Paolo, tu far<strong>net</strong>ichi; <strong>le</strong> molte<br />

<strong>le</strong>ttere ti fanno uscire di senno. Ma egli disse: Io non far<strong>net</strong>ico, 25<br />

eccel<strong>le</strong>ntissimo Festo, ma proferisco paro<strong>le</strong> di verità e di buon senno.<br />

Infatti il re, al qua<strong>le</strong> parlo con franchezza, è ben informato 26<br />

su queste cose, poiché sono convinto che nessuna di queste cose gli<br />

sia sconosciuta, perché tutto questo non è stato fatto in segreto.<br />

O re Agrippa, credi ai profeti? Io so che ci credi. Allora Agrippa 27, 28<br />

disse a Paolo: Ancora un po’ e mi persuadi a diventare cristiano.<br />

Paolo disse: Vo<strong>le</strong>sse Dio che in poco o molto tempo non solo tu, 29<br />

ma anche tutti quelli che oggi mi ascoltano, diventaste tali, qua<strong>le</strong><br />

sono io, all’ infuori di queste catene. Dette queste cose, il re si 30<br />

alzò e con lui il governatore, Berenice e quelli che sedevano con loro.<br />

Ritiratisi in disparte, parlavano tra di loro e dicevano: Quest’ 31<br />

uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o la prigione. Allora 32<br />

Agrippa disse a Festo: Quest’ uomo poteva essere liberato, se non<br />

si fosse appellato a Cesare<br />

Quando fu deciso che noi salpassimo per l’ Italia, Paolo e alcuni 27<br />

altri prigionieri furono consegnati a un centurione di nome Giulio,<br />

della coorte Augusta. Saliti su una nave di Adramitto, che doveva 2<br />

toccare i porti sul<strong>le</strong> coste dell’ Asia, salpammo, avendo con noi Aristarco,<br />

un macedone di Tessalonica. Il giorno seguente arrivammo 3<br />

a Sidone; e Giulio, usando umanità verso Paolo, gli permise di andare<br />

dai suoi amici per riceverne <strong>le</strong> cure. Essendo poi partiti di là, 4<br />

navigammo al riparo di Cipro, perché i venti erano contrari. At- 5<br />

traversato il mare a ridosso della Cilicia e della Panfilia, arrivammo<br />

a Mira di Licia. Il centurione trovò qui una nave di A<strong>le</strong>ssandria, 6<br />

che faceva vela per l’ Italia e ci fece salire. Navigando <strong>le</strong>ntamente 7<br />

per molti giorni, giungemmo a stento di fronte a Cnido per l’ impedimento<br />

del vento; poi prendemmo a navigare al riparo di Creta,<br />

al largo di Salmone. E, costeggiandola con grande difficoltà, giun- 8<br />

gemmo in un certo luogo chiamato Beiporti, vicino al qua<strong>le</strong> era la<br />

città di <strong>La</strong>sea. Ora, essendo già trascorso molto tempo ed essendo 9<br />

la navigazione divenuta pericolosa, poiché il digiuno era già passato,<br />

Paolo ammonì quelli della nave. dicendo: Uomini, io vedo 10<br />

che la navigazione si farà con pericolo e grave danno non solo per

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