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La Sacra Bibbia (Giovanni Diodati) - Un poisson dans le net

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2:13—3:7 II di S. Pietro 1582<br />

saranno annientati, ricevendo così il salario della loro malvagità.<br />

13 Essi stimano un piacere fare baldoria in pieno giorno; sono macchie<br />

ed infamia e, mentre prendono parte ai vostri conviti, gioiscono nei<br />

14 loro inganni. Hanno occhi pieni di adulterio e che non cessano mai<br />

di peccare, adescano <strong>le</strong> anime instabili, hanno il cuore esercitato<br />

15 alla cupidigia e sono figli di ma<strong>le</strong>dizione. Essi, abbandonata la<br />

retta via, si sono sviati seguendo la via di Balaam, figlio di Beor,<br />

16 che amò il salario d’ iniquità, ma fu ripreso per la sua prevaricazione:<br />

un’ asina muta parlando con voce umana, represse la follia<br />

17 del profeta. Costoro sono fonti senz’ acqua nuvo<strong>le</strong> sospinte dalla<br />

tempesta, ai quali è riservata la caligine del<strong>le</strong> tenebre infernali<br />

18 per sempre. Infatti con discorsi oltremodo gonfi e vani adescano,<br />

mediante <strong>le</strong> passioni della carne e la scostumatezza coloro che<br />

19 erano veramente sfuggiti da quelli che vivono nell’ errore; mentre<br />

promettono loro libertà, essi stessi sono schiavi della corruzione,<br />

20 perché uno diventa schiavo di ciò che lo ha vinto. Quelli infatti<br />

che sono fuggiti dal<strong>le</strong> contaminazioni del mondo per mezzo della<br />

conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, se sono da queste<br />

di nuovo avviluppati e vinti, la loro ultima condizione è peggiore<br />

21 della prima. Poiché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto<br />

la via della giustizia, anziché, dopo averla conosciuta, voltar<br />

22 <strong>le</strong> spal<strong>le</strong> al santo comandamento che era stato loro dato. Ma è<br />

avvenuto loro ciò che dice un vero proverbio: Il cane è tornato al<br />

suo vomito, e la scrofa lavata è tornata a voltolarsi nel fango.<br />

3 Carissimi, questa è già la seconda epistola che vi scrivo; in entrambe<br />

cerco di tener desto il vostro genuino modo di pensare<br />

2 facendo appello alla vostra memoria affinché vi ricordiate del<strong>le</strong><br />

paro<strong>le</strong> già dette dai santi profeti e del comandamento dello stesso<br />

3 Signore e Salvatore trasmessovi da noi apostoli, Prima di tutto<br />

dovete sapere questo, che negli ultimi giorni verranno degli scher-<br />

4 nitori, che cammineranno secondo <strong>le</strong> loro proprie voglie e diranno:<br />

Dov’ è la promessa della sua venuta? Da quando infatti i padri si<br />

sono addormentati, tutte <strong>le</strong> cose continuano come dal principio del-<br />

5 la creazione. Ma essi dimenticano volontariamente che per mezzo<br />

della parola di Dio i cieli vennero all’ esistenza molto tempo fa, e<br />

che la terra fu tratta dall’ acqua e fu formata mediante l’ acqua,<br />

6 a motivo di cui il mondo di allora, sommerso dall’ acqua, perì,<br />

7 mentre i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola<br />

per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione

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