Untitled - only fantasy

gente, Julia.»
Un'ondata di sollievo l'invase, ma svanì in fretta. «Vai a liberarlo,
Mr. Guardone» lo incitò scacciandolo con un gesto.
«Mi chiamo Tristan.»
«Senti, questo è un camerino per donne. Significa che gli uomini
non possono stare qui» chiarì, visto che lui non si muoveva.
«Durante le lezioni sono io che comando» fu la replica determinata.
«Comprarti nuovi vestiti fa parte di una lezione, dunque ora devi
obbedirmi. Io voglio restare.»
L'aveva fregata, maledizione. Non poteva infrangere un'altra
regola. Disperata, scelse l'unica altra opzione possibile. «Ti prego,
Tristan, vai a liberare Gary prima di finire nei guai.» E prima che lei
morisse per l'umiliazione.
Lui si irrigidì e la fissò con una strana espressione. All'inizio Julia
non riuscì a decifrarla, poi lesse nei suoi occhi un dolore così intenso
da chiedersi come avesse fatto a sopportarlo e a sopravvivere per
tanto tempo.
«Ti senti bene?» chiese preoccupata. Si avvicinò, ma la porta del
camerino le impediva di toccarlo. In ogni caso gli afferrò una mano.
«Cosa succede? Sei diventato pallidissimo.»
Furia e incredulità si dipinsero sul suo viso. «Mi hai pregato di
andarmene» rispose freddo.
«E allora?» sbottò esasperata. «Per favore, vuoi toglierti dai piedi?
Voglio rivestirmi.»
Lui si girò e si allontanò senza aggiungere altro.
Julia si infilò rapidamente jeans e maglietta e cercò di non pensare
al giudizio di Tristan sul suo corpo. Scelse a caso dieci vestiti, prese
diversi pantaloni da un espositore e corse a pagare. Stava prendendo
il resto quando lo vide avvicinarsi, seguito da Gary.
«Ho fatto quello che mi hai chiesto» annunciò.
«Grazie.» Julia lanciò una rapida occhiata al commesso – appariva
scocciato, ma vivo – e riportò l'attenzione su Tristan. «Vorrei passare
da qualche altro negozio.»