Untitled - only fantasy

nessuno aveva mai pensato di fargli un regalo. Si chinò a frugare
negli altri sacchetti e poco dopo ne estrasse una maglietta, un paio di
jeans e dei boxer. Felice di avere altri doni per lui, glieli tese. «Ecco,
anche questi sono per te.»
«Io... ti ringrazio.» Tristan posò i vestiti sul divano accanto a sé e
continuò a studiare il coltello.
«Di niente. Dobbiamo uscire tra poco» lo sollecitò lei. «Non voglio
arrivare in ritardo.»
«I ritardi possono essere un vantaggio, piccolo drago, soprattutto
se il tempo viene passato a letto, o sul bancone della cucina, o sul
pavimento. Forse un giorno mi permetterai di dimostrartelo.»
Ogni parola le faceva dolere il corpo in un punto diverso: il
capezzolo sinistro, quello destro, in mezzo alle gambe, dietro alle
ginocchia. Come in trance, Julia guardò Tristan che metteva da parte
con cura il coltello e si alzava in piedi. Poi si slacciava i pantaloni e li
calava lungo i fianchi, rivelando porzioni sempre maggiori di pelle
abbronzata.
Lei capì che non aveva alcuna intenzione di fermarsi. «Tristan!»
gridò con voce strozzata. «Cosa stai facendo?»
«Mi sto spogliando.»
«Questo lo so.»
Era seduta e lui in piedi, una posizione che le concedeva una vista
spettacolare: come sospettava, era imponente e muscoloso
dappertutto, eppure non avrebbe mai immaginato... Deglutì,
travolta da un bisogno ardente, poi deglutì di nuovo.
«Qualcosa non va?» si informò Tristan con aria innocente.
«Oh, no, no, niente.» A parte il fatto che doveva assolutamente
riprendere fiato. Ci avrebbe pensato appena fosse riuscita a
distogliere lo sguardo, si disse, ma proprio non ci riusciva.
L'espressione spada possente di colpo acquistava un senso nuovo e
decisamente ardito.
«Mi stai divorando con gli occhi, Julia» le fece notare con un lieve
tocco di divertita ironia nella voce.
Era vero e voleva continuare a farlo. Lui era stato così villano da