Untitled - only fantasy

Scacciando la paura, raccolse da terra la maglietta e gliel'avvolse
intorno alla ferita, ma la stoffa divenne presto rossa.
«Ho bisogno di un'altra benda, questa non serve» borbottò lui.
«Tieni ancora dei vestiti di ricambio nel tuo ufficio?»
«Sì. Vado a...»
«Non c'è tempo. Sanguino troppo. Togliti la blusa e dammela.»
«Ma certo.» Sempre più preoccupata, lei lo accontentò e lo aiutò a
fasciare la mano.
«Ora dammi le mutandine.»
Questa volta lei batté le palpebre. «Che cosa?» Era stupefatta.
Lui fece una smorfia di dolore. «Dammi le mutandine» ripeté.
Julia studiò il suo viso, insospettita. «Fammi vedere la mano.»
«Non c'è tempo. Ho bisogno delle tue mutandine.»
«Che tipo di bisogno?»
«Sto soffrendo, donna. Come osi metterti a discutere?»
Lei non dubitava che stesse soffrendo, ma era il tipo di dolore a
provocarle una certa diffidenza, soprattutto per il lampo malizioso
nei suoi occhi. Inoltre sapeva che il tanga di pizzo non avrebbe
offerto una grande protezione alla sua ferita. Alla fine decise di stare
al gioco e lanciò un rapido sguardo nel negozio, per accertarsi che
non fosse entrato nessuno. Per fortuna erano ancora soli.
Si sentiva audace e disinibita, così si tolse il piccolo indumento di
pizzo rosa e glielo porse. L'aria fresca la fece rabbrividire,
provocandole una deliziosa pelle d'oca.
«Ecco qua» dichiarò, cercando di nascondere l'eccitazione crescente.
«Sei contento adesso?»
«No. Ora ho bisogno anche della tua gonna.»
Decisa a non rendergli le cose troppo facili, questa volta Julia
incrociò le braccia sul petto. «A che scopo?»
«Vieni qui e te lo mostrerò.»
«Neanche per sogno» tenne duro. «Verrai pagato solo quando le
tubature saranno a posto. E per il momento non lo sono.»