Untitled - only fantasy

sollecitò.
«E va bene. Non ho mai capito perché i miei genitori volessero dei
figli: per loro eravamo più che altro un peso, una seccatura. Quando
non litigavano tra loro, litigavano con noi. Durante le pratiche di
divorzio si sono messi a litigare su chi dovesse avere la custodia di
me e Faith, ma non nel solito modo. La mamma voleva che
andassimo a vivere con papà e lui voleva che stessimo con la
mamma. Alla fine siamo state affidate a lei e non abbiamo più
saputo niente di lui» concluse.
Non c'era amarezza nella sua voce, solo accettazione e rammarico.
Tristan le sfiorò il ginocchio con il proprio, in un gesto gentile e
rassicurante. C'erano in lei una vulnerabilità e una tristezza che lo
colpivano diritto al cuore – quel cuore che ormai riteneva morto e
sepolto.
«Raccontami il resto» la sollecitò.
«Non c'è molto da dire» si schermì lei. Tracciò un cerchio sul bordo
del bicchiere. «Circa cinque anni dopo il divorzio mia madre si è
risposata. Il nuovo marito era un commesso viaggiatore... non molto
abile, a dir la verità, ma comunque era sempre in giro e lei lo
seguiva. A volte Faith e io restavamo da sole per settimane. Mi sono
sempre chiesta come mai i servizi sociali non ci abbiano portate via.»
Lui le accarezzò il ginocchio, offrendole conforto per ciò che aveva
sopportato. «Parli mai con tua madre?»
«Di rado.»
«Mi dispiace.» Avrebbe voluto cancellarle dalla mente i ricordi
dolorosi, ma anche saperne di più su di lei. Il momento di
dimenticare sarebbe venuto più tardi, una volta colmata la sua
mente di passione e piacere. Poi ricordò l'allusione di Faith. «Vuoi
raccontarmi del tuo primo appuntamento?»
Lei lo fece con voce tremante.
Alla fine della storia Tristan tremava di sdegno. Uccidere il ragazzo
che aveva ferito la sua donna non sarebbe stata una punizione
sufficiente. Voleva legare quel miserabile idiota a un formicaio
di hendrek – nudo, naturalmente – e lasciare che quelle feroci
creature lo divorassero vivo. Invece soffocò gli istinti di guerriero e