Untitled - only fantasy

«Hai ragione: ti voglio, ma quella puttana soffrirà.»
Zirra sollevò le braccia e la sua voce formulò un incantesimo prima
che lui potesse fermarla.
Julia sentì le palpebre farsi pesanti, mentre un profondo torpore le
invadeva tutto il corpo. «Tristan» mormorò. Era sempre più debole e
le ginocchia cedettero. Per fortuna lui corse al suo fianco e la
sostenne prima che cadesse a terra.
«Che cosa le hai fatto?» chiese a Zirra con voce rotta.
Lei gli rivolse un sorriso compiaciuto e passò le dita sulla bocca
insanguinata a causa delle percosse.
«Julia» sussurrò disperato, prendendole teneramente il viso tra le
mani. «Che cosa c'è che non va?»
Nessuna risposta.
«Che cosa le hai fatto?» ruggì.
«Romulis mi ha aiutato a recuperare i miei poteri» si vantò la
sacerdotessa. «Li ho usati per lanciare un incantesimo di malattia sul
suo corpo.»
«Spezzalo» le ordinò. Si sentì invadere da una paura più profonda
di qualsiasi emozione avesse mai provato: sapeva che la sacerdotessa
non lo avrebbe ascoltato. Era malvagia fino al midollo. Se poteva
condannarlo a una sofferenza eterna pur sostenendo di amarlo, cosa
avrebbe fatto a Julia, una donna che ostacolava i suoi piani, la sua
smania di possesso?
La pelle di Julia perse in fretta ogni colore, divenendo così pallida
da mostrare le vene al di sotto. Era così silenziosa, così inerte. Tristan
si rivolse a Romulis. «Salvala» lo implorò con voce strozzata. «Salvala
adesso.»
Il principe lanciò uno sguardo torvo a Zirra. «Non posso. Tra
Druinn non possiamo spezzare i rispettivi incantesimi e lei lo sa. Non
l'ho portata qui per questo. Non avevo idea che i suoi poteri fossero
tornati con tanta forza.»
Tristan afferrò i vestiti di Julia. Aveva bisogno di lei più dell'aria
per respirare. Aveva bisogno di passare l'eternità ad ascoltare la sua
risata e guardare il suo sorriso. Quella donna rappresentava tutto ciò