Untitled - only fantasy

«Visto che mi rifiuto di accettare il tuo denaro, la situazione va a
mio vantaggio» replicò Tristan in un tono cupo come l'umore della
sua guan ren. «E visto che oggi mi va di parlare, spiegami perché
porti questa roba che ti copre le gambe e non uno dei nuovi vestiti.»
«Questi pantaloni sono nuovi.»
«Non li ho scelti io.»
«Una tenuta sexy non è appropriata sul luogo di lavoro» gli spiegò.
La campanella sopra la porta suonò, impedendogli di replicare.
Julia dimenticò Tristan e la sua espressione truce e concentrò
l'attenzione su Mrs. Danberry e la bambina dai capelli scuri che
teneva per mano.
«Hai bisogno di protezione?» chiese Tristan.
Julia gli lanciò uno sguardo al di sopra della spalla. «No. Per l'amor
di Dio, resta dove sei.» Si costrinse a rilassarsi e riportò l'attenzione
sulla cliente. «Posso aiutarla?»
Approfittando della sua distrazione, Tristan buttò nella pattumiera
il telefono a pezzi e tornò a sistemarsi sullo sgabello. Cosa doveva
fare con quella donna? Non lo sapeva ancora.
Quella mattina era scesa dal letto dopo una notte di riposo. Lo
sapeva perché lui invece era rimasto sveglio sul pavimento,
ascoltando il suono del suo respiro. Mentre si preparavano a uscire
Julia aveva cercato più volte di coinvolgerlo in una conversazione
sul tempo o la casa, ma lui non aveva risposto. L'incertezza lo
divorava.
Gli pareva di essere in bilico su un precipizio: un momento era
tentato di dimenticare controllo e disciplina per godere delle sue
grazie e quello dopo voleva solo dimostrare di essere impenetrabile
a qualsiasi dolce emozione. Quei due bisogni si scontravano dentro
di lui; qualsiasi direzione avesse preso, temeva che poi se ne sarebbe
pentito.
Zirra avrebbe esultato, se avesse saputo quanto si sentiva frustrato.
Non si era mai sentito così diviso. Nessuna donna gli aveva
opposto una simile resistenza. Dov'era finito il suo leggendario
talento di seduttore? Una volta era convinto di capire le donne e se