Untitled - only fantasy

«Stai sbirciando?» le chiese.
«No.» Lei serrò le palpebre così forte che piccole rughe si
formarono lungo i bordi. «Perché non lo richiami tu?» aggiunse
irritata.
«Perché a quel punto il suo scrigno apparterrebbe a me e io non
voglio possedere Tristan. Tu lo vuoi?»
«No» proruppe Zirra. «No» aggiunse con maggiore calma. «D'altra
parte, se lo scrigno entrasse in tuo possesso, poi potresti
regalarmelo.»
«Non lo farei mai. Lo getterei nel focolare più vicino e guarderei
felice bruciare l'uomo prigioniero là dentro.»
Lei spalancò gli occhi. «Non oseresti...»
«Sì, invece. Ora smettila di lamentarti, o ti lascio qui da sola.»
Era una minaccia vuota, lo sapevano entrambi: la desiderava
troppo per andarsene. Aveva un disperato bisogno di assaporarla ed
era disposto a darle tutto ciò che chiedeva, perfino un altro uomo,
pur di conoscere almeno una volta la sua passione.
Sono uno sciocco, pensò disgustato. «Chiudi gli occhi» ripeté poi, e
lei obbedì.
Romulis era oppresso dal senso di colpa: stava disobbedendo a suo
padre, un uomo che rispettava e ammirava, ma neanche quel
pensiero bastava a fermarlo. Si avvicinò a Zirra come se una corda
invisibile lo tirasse e si sentì avvolgere dal suo aroma che sapeva di
magia e di chiaro di luna. Era un profumo così eccitante che strinse i
denti per respingere il dolore provocato da quel desiderio
irresistibile. Incapace di fermarsi seguì con un dito il contorno
dell'orecchio e le affondò la mano nei capelli. Le labbra di Zirra si
dischiusero.
Una nebbia umida saliva dal mare ed entrava dalle finestre,
sfiorandole le guance e il collo e bagnandole i capelli e la veste di
seta. Era bella e forte, una donna capace di attrarre qualsiasi uomo,
eppure in lei c'era qualcosa di vulnerabile e insicuro.
«Cerca dentro di te e troverai la sorgente della tua magia» le
sussurrò.