Untitled - only fantasy

voce dolce. Allungò una mano e strinse quella di Percen. «Faresti
meglio a lasciar perdere. E a lasciare in pace Tristan.»
Com'erano ipocriti e arroganti, sempre convinti di sapere cos'era
meglio! Be', Zirra sapeva cos'era meglio per lei: Tristan. Si sentiva
forte e bella solo tra le sue braccia, si sentiva viva e soddisfatta solo
quando lui le obbediva.
Socchiuse gli occhi e riportò l'attenzione sul sommo sacerdote. I
loro sguardi azzurri si scontrarono, un mare tempestoso contro una
brezza tranquilla. «Una volta hai maledetto tuo fratello,
condannandolo a restare a vita imprigionato in una statua di pietra»
gli ricordò Zirra. «Le mie azioni non sono peggiori delle tue.»
«Ho riparato ai torti che gli ho fatto. Ora mio fratello vive felice
con la sua compagna e i loro figli.»
«Allora permettimi di fare la stessa cosa con Tristan. Diventerò la
sua compagna e gli darò tutti i figli che vorrà.»
«No.»
Zirra fu sul punto di gridare di rabbia. Se solo avesse posseduto di
nuovo i propri poteri e saputo dove si trovava Tristan, sarebbe stato
così facile reclamarlo. Le sarebbe bastato aprire un vortice. Visto che
era impossibile, il sommo sacerdote costituiva l'unica speranza.
Doveva convincerlo ad aiutarla.
«Ho subito la mia punizione per molti cicli. Non ti basta?»
«No.» L'espressione di Percen divenne pensierosa. «Forse dovrei
consegnarti al grande signore mortale e lasciare che sia lui a punirti.»
«Non oserai mai» lo sfidò. «Non vuoi certo che venga a sapere cosa
ne è stato del suo guerriero più valoroso.»
«Potrei farlo, invece. Non dubitarne.»
Man mano che la speranza svaniva, il desiderio diventava più
intenso e il bel viso di Tristan le invadeva la mente. Aveva bisogno
di lui. Era come un afrodisiaco: una volta provato, nient'altro
contava, se non assaggiarlo di nuovo. Zirra lo odiava perché le
provocava quel bisogno profondo, ma era impotente davanti a quel
desiderio.
Aveva cercato di umiliarlo e dimostrargli che dominava ogni sua